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Infiniti G37 Cabrio


Avatar Redazionale, il 14/10/09

15 anni fa - La coupé-cabriolet nippo-americana si dimostra una bella alternativa dal sapore esotico alle scoperte di scuola europea. I suoi assi nella manica sono un motore molto prestante e una dotazione molto completa.

La coupé-cabriolet nippo-americana si dimostra una bella alternativa dal sapore esotico alle scoperte di scuola europea. I suoi assi nella manica sono un motore molto prestante e una dotazione molto completa.

OGGETTO MISTERIOSO Il tassista al semaforo non ci toglie gli occhi di dosso. La sua curiosità è quasi palpabile: sembra proprio non andargli giù il fatto di non riconoscere la cabrio che gli tiene compagnia al semaforo, in attesa che scatti il verde. Ci manca solo che scenda e faccia il giro attorno alla macchina per leggere le scritte. In fondo potrebbe anche vincere la timidezza e chiedere, anche se lui non può sapere che rispondere a domande tipo "Scusi, ma che macchina è?!?" diventa quasi la quotidianità, quando si guida l'Infiniti G37 Cabrio.

SUI GENERIS Ciò che "frega" i meno esperti è che la scoperta nippo-americana ha le forme originali, che rendono impossibile confonderla con altri modelli più noti. Mette la pulce nell'orecchio e lascia nel dubbio. I designer Infiniti non hanno comunque calcato troppo la mano e hanno tracciato linee che sono sì personali ed esotiche ma non così sguaiate da chiamare a sé troppi sguardi. Il giusto compromesso per appagare la vista e rimanere fedeli a un'idea di understatement.

SCOLLO A V Le lamiere hanno forme morbide e levigate, appena movimentate da discrete nervature. Le due più marcate segnano i parafanghi anteriori e creano un accenno di scollo a V che culmina nella mascherina a forma di botticella. I tocchi più grintosi sono senza dubbio le prese d'aria inferiori a nido d'ape, mentre i fari allungati trasmettono più un'idea di modernità ed eleganza. La fiancata, leggermente a cuneo, è sottolineata da due modanature scavate nel sottoporta, la cui forma è ripresa poi in coda dalle unghiate che fanno da sopracciglia ai terminali di scarico.

VESTE ATTILLATO Il protagonista assoluto della linea è però il padiglione, che è realizzato in metallo e diviso in tre parti. Il suo taglio è attillato e filante, tanto che la G37 non perde una briciola del suo appeal quando si copre e veste i panni della coupé. Chiusa o aperta, mantiene un ottimo equilibrio tra i volumi e maschera bene il fatto che la coda abbia curve più giunoniche e mediterranee rispetto alla sorella, che è una coupé vera, con il tetto in lamiera fisso.

CURA RICOSTITUENTE La G37 Cabrio si potrebbe definire quasi una falsa magra. A prima vista non appare molto più in carne ma sulla bilancia fa segnare un aumento di peso di 180 kg, per un totale di quasi 1.900 kg. A parte i meccanismi che aprono e chiudono il tetto in circa 25 secondi, la differenza la fanno i numerosi rinforzi introdotti dagli ingegneri a livello della scocca per irrigidirla. Il maggior peso impone anche una taratura più sostenuta per le sospensioniposteriori multilink, abbinate a un raffinato avantreno a doppi triangoli.

MR MUSCOLO Un simile spiegamento di forze è dettato dalla necessità di realizzare un telaio all'altezza di una meccanica capace di altissime prestazioni. Sotto il cofano si trova infatti il motore V6 da 3,7 litri, strettissimo parente di quello montato anche dalla Nissan 370Z e solo leggermente addolcito nell'erogazione. Dotato di fasatura e alzata variabile dispone ancora di ben 320 cv a 7.000 giri e di una coppia di 360 Nm a 5.200 giri, scaricati sulle ruote posteriori attraverso un cambio manuale a sei marce o uno automatico sequenziale a sette rapporti. Il primo privilegia lo scatto, con un crono di 6,2 secondi contro 6,4 nello 0-100 mentre il secondo permette di far meglio nei consumi, con 8,8 km/litro contro 8,4. In entrambi i casi la velocità massima è di 250 km/h.

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SEMPRE RICCA Questa meccanica fa da denominatore comune alle due versioni a listino. Quella base si chiama GT, costa 53.900 euro e dispone già di tutto quel che serve. Della sua dotazione standard fanno parte, tra le altre cose, i sedili e il volante rivestiti in pelle e a regolazione elettrica, i sensori di parcheggio, la chiave elettronica, il cruise control, i fari bixeno adattivi e la vernice antigraffio autoriparante. L'allestimento top si chiama GT Premium e ha invece un prezzo di 57.500 euro, giustificato da un equipaggiamento ancora più ricco. Ne fanno parte per esempio uno stereo più raffinato, firmato Bose e con altoparlanti anche nei poggiatesta,i sedili climatizzati e il navigatore a comandi vocali con 30 gb di memoria integrata. Con equipaggiamento tanto completo, gli optional a catalogo sono pochi e tra loro spiccano il cambio automatico (2.100 euro) e l'interno in pelle rossa con inserti sulla plancia in acero (1.000 euro).

IL PIANOFORTE Il posto di guida della G37 Cabrio è molto ben progettato e veste a pennello qualsiasi pilota. Le regolazioni sono facili e ampie e consentono a chiunque di ricreare la posizione preferita. I sedili sono soffici quanto basta, avvolgenti ma non costrittivi. La plancia è a sua volta ben studiata, con tutti i comandi a portata di mano. Va però detto che la gran quantità di tastini presente sul mobiletto centrale può inizialmente mettere soggezione e imporre a chi guida di distogliere l'occhio dalla strada per raccapezzarsi tra i pulsanti. Quanto alla zona posteriore, lo spazio per le gambe non è da disprezzare mentre il taglio spiovente del padiglione complica la vita anche a chi non è uno spilungone.

ATTORE PROTAGONISTA Una volta in movimento è il motore che diventa presto protagonista della scena, incarnando il proverbiale pugno di ferro in guanto di velluto. Viaggiando con piede felpato e con un filo di gas, ronza sornione, con una tonalità di scarico molto urbana. Basta però fare il solletico al pedale dell'acceleratore per capire di che pasta sia davvero fatto questo V6 e ricevere in cambio risposte molto vivaci.

A TUTTA FORZA Il merito di tanta flessibilità va alla distribuzione con fasatura e alzata variabile delle valvole, che assicura un rendimento omogeneo a qualsiasi regime. Ai medi la spinta è consistente e il crescendo è entusiasmante. Le doti di allungo non mancano. Francobollando l'acceleratore al pavimento la lancetta del contagiri schizza d'un fiato ben oltre quota 7.000, con i terminali si scarico che emettono un rombo più deciso, anche se mai arrogante.

AFFINITA' DI COPPIA Con il suo temperamento, il motore va d'amore e d'accordo con il cambio automatico. Con la leva in Drive tutte le cambiate avvengono in modo dolce e delicato, in accelerazione come in scalata. Quando si schiaccia con decisione per avere rilanci brillanti, la centralina butta giù le marce che servono, neanche leggesse nel pensiero di chi guida. Più si schiaccia e più in proporzione i tempi si allungano ma basta selezionare la modalità sportiva o quella sequenziale e agire sulle levette in magnesio dietro il volante perché la musica cambi e questa Infiniti diventi molto reattiva.

GIROTONDO Per godersi al meglio questa Infiniti non è comunque il caso di adottare una guida troppo arrembante. Se anche non ci si accontenta di viaggiare a passo di parata, l'ideale è puntare su una condotta pulita, che privilegi traiettorie tonde, senza manovre brusche. Non che il telaio e l'assetto non siano a posto, sia chiaro: la G37 è docile ai comandi di uno sterzo discretamente preciso e curva neutra. Tuttavia la massa rilevante si fa sentire un po' nei cambi di direzione e il controllo elettronico della stabilità mostra di avere una taratura piuttosto prudenziale, intervenendo presto a placare i bollenti spiriti del guidatore.

NIENTE SPIFFERI Il comfort di marcia è comunque buono, quale che sia l'andatura tenuta. Le sospensioni filtrano bene le sconnessioni e solo le buche più secche arrivano a farsi sentire nell'abitacolo. La silenziosità è ottima, con il motore che non costringe mai ad alzare la voce per conversare. A completare il quadro c'è poi l'assenza di vortici aerodinamici una volta abbassato il tetto. Il frangivento fa il suo dovere e il resto lo fa il parabrezza, allungandosi verso la testa dei passeggeri e proteggendo anche chi è più alto della media.


Pubblicato da Paolo Sardi, 14/10/2009
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