Una cittadina modello? Certo, ma non solo. La piccola coreana se la cava benone anche nei panni dell'utilitaria tuttofare, per nulla a disagio nei grandi spazi autostradali. Tra i suoi punti di forza ci sono un motore che beve poco ma vivace e un abitacolo pratico e spazioso. Peccato però che l'Esp non si possa avere nemmeno a pagamento.
PICCOLE... ALLA GRANDE! In un mercato che continua a navigare in pessime acque, c'è un settore che va invece a gonfie vele. Si tratta del segmento A, quello delle citycar, che non solo cresce in termini relativi, rispetto dunque agli altri, ma lo fa anche in termini assoluti, con volumi in crescita costante. Nei mesi scorsi si addirittura verificato un momentaneo ma storico sorpasso da parte della Panda alla Punto nella classifica delle best-seller. Chi compra una piccola lo fa per risparmiare ma queste auto possono davvero rappresentare una valida alternativa a mezzi di categoria superiore? Per vederci più chiaro abbiamo provato in lungo e in largo una tra le più recenti outsider della categoria, la Hyundai i10, nella versione 1.1 Style.
NIENTE COLPI DI TESTA La Casa coreana svolge il tema della piccola tuttofare senza lasciarsi andare a colpi di testae facendo mordere il freno ai disegnatori. Dalle loro matite sono uscite forme che non fanno girare la testa per strada ma che hanno due pregi: possono piacere a tutti, uomini e donne, giovani e meno giovani, e sembrano destinate a invecchiare bene, senza passare in fretta di moda. Le proporzioni tra i volumi sono quelle tipiche della categoria: frontale corto e tozzo e taglio da monovolume tascabile, con il portellone dritto sull'attenti per non sprecare centimetri i parcheggio.
LA QUADRATURA DEL CERCHIO La carrozzeria poggia su cerchi da 14" gommati 165/60. Il loro aspetto è un po' esile ma sono quel che serve per abbattere i costi d'acquisto e di esercizio e, cosa non da poco, permettono di guadagnare qual cosina sul fronte abitabilità. In questo senso la i10 si fa apprezzare, anche se i cinque posti dichiarati sembrano un po' ottimistici. Lunga 357 cm, larga 160 e alta 154, ospita senza problemi anche quattro granatieri mentre la presenza di un eventuale terzo occupante sul divano crea qualche problema di convivenza. I centimetri mancano però solo in larghezza, mentre non ci sono problemi a livello di ginocchia e testa.
MEGLIO IN QUATTRO Anche il bagagliaio non è male, con una capacità minima di 225 litri, che eventualmente possono diventare 910 sacrificando i tre posti dietro. Senza arrivare a tanto, fa piacere notare come, sollevando semplicemente la cappelliera, si possa stivare in verticale una valigia rigida senza alcun problema. Il portellone impettito serve anche a questo. Oltre a essere spazioso, l'abitacolo si dimostra anche ben fatto. Le plastiche non sono morbide, cosa più unica che rara in questa categoria, ma hanno un'aria solida e gli accoppiamenti sono precisi. A voler essere pignoli si potrebbe criticare qualche piccola differenza nella finitura superficiale di pezzi vicini ma il peccato è di quelli veniali, specie su auto economiche.
QUANTO BASTA E alla luce del prezzo, inferiore ai 10.000 euro anche prima degli immancabili sconti e dell'applicazione degli eventuali incentivi, pure la dotazione non è malaccio. Climatizzatore manuale e radio con lettore CD e Mp3 sono standard e alla fine l'unica cosa di cui si sente un po' la mancanza sull'allestimento Style è il telecomando della chiusura centralizzata: la chiave nella serratura sa di antico, come la spada nella roccia. Non è invece una tragedia il fatto che non si possa regolare in altezza in sedile di guida, cosa possibile solo sulla versione top chiamata Active. Il piano di seduta va benone anche lì dove si trova e il volante, che a sua volta si regola solo in altezza e non in profondità, permette comunque di trovare una sistemazione accettabile a prescindere dalla stazza e dai gusti personali.
POLLICINO La visibilità è buona e solo il frontale bombato impone un po' di apprendistato nel Tetris dei parcheggi. La maneggevolezza è da standing ovation, per merito degli ingombri da Pollicino e di un diametro di sterzata molto contenuto. Che la piccola coreana si comportasse da cittadina modello, però, francamente, ce lo si poteva anche aspettare. Le sorprese vengono invece quando ci si allontana dalla periferia e ci si avventura in maratone autostradali. Qui la i10 si muove con autorevolezza sorprendente. Lo sterzo si dimostra abbastanza progressivo e non si alleggerisce troppo, senza richiedere tante correzioni.
NON BEVE TANTO Dal canto loro le sospensioni assicurano un buon comfort, digerendo bene gli avvallamenti presi in velocità come i lastricati dei centri storici. E anche i timpani hanno poco di che lamentarsi. L'isolamento acustico è discreto e, pur se il motore gira alto a velocità di crociera, la sua voce non costringe i passeggeri a usare il megafono per parlare. Il salire del numero di giri non incide più di tanto sui consumi. Viaggiando nel rispetto del Codice, in autostrada si fanno circa 15 km/litro. Oltre che parco nei consumi, il 1.100 coreano si rivela anche discretamente brillante, ben assecondato dal cambio, rapido e preciso negli innesti, oltre che comodo da azionare, in posizione rialzata sul mobiletto centrale.
AMNESIA Nel misto la gommatura gracilina fa sì che la i10 tenda un po' ad allargare la linea impostataquando si guida in modo brillante. La piccola Hyundai fa però tutto con grande sincerità e basta anticipare un po' le manovre per non sentire quasi il problema. Il comportamento resta facile e prevedibile anche in casi di emergenza ma una tiratina d'orecchie alla Hyundai va fatta lo stesso: fosse anche a pagamento, l'Esp nella lista degli optional andrebbe messo sempre.