La Honda CR-V 1.6 i-DTEC si butta nella mischia delle suv compatte a trazione anteriore forte del suo nuovo turbodiesel, che ha anche il pregio di bere poco
SENZA FRETTA In Honda non hanno quasi mai fretta. Prima di decidersi a realizzare il loro primo turbodiesel hanno impiegato decine di anni, sfornando poi, a onor del vero, un 2.2 da manuale, che rimane ancora oggi uno tra i migliori quattro cilindri in circolazione. E dopo di lui, ci sono voluti quasi due lustri perché concedessero il bis, con un 1.600 che si è accasato qualche mese fa sotto il cofano della Civic e ora si accinge a debuttare, a fine estate, anche nel listino CR-V.
PORTABANDIERA Questo motore, chiamato 1.6 i-DTEC, ha un ruolo strategico per molti motivi. In primis permette alla Honda CR-V 1.6 i-DTEC di inserirsi in una nicchia di mercato importante e in crescita, quella della Suv compatte diesel a trazione anteriore. In secondo luogo è il portabandiera della Earth Dreams Technology, con cui Honda punta ad avere nel 2020 una gamma capace di produrre il 30% di CO2 in meno rispetto a quella del 2000.
PESO PIUMA Quando spiegano questo nuovo turbodiesel, agli ingegneri nipponici brillano gli occhi, come se parlassero del figlio primo della classe e, obiettivamente, qualche primato al 1.600 i-DTEC va riconosciuto. Per esempio è più leggero della concorrenza, grazie alla testa e al basamento in alluminio, alle pareti tra i cilindri spesse solo 8 mm e alla maniacale ricerca di un modo per risparmiare peso e per ridurre le dimensioni a livello di ogni singolo componente.
LISCIO COME L’OLIO Un altro obiettivo che si sono dati i tecnici giapponesi è stato di abbattere gli attriti interni. Grazie anche all’adozione di pistoni con mantello ribassato, di un albero motore che piacerebbe anche a quelli della Weight Watchers e di olio viscoso il minimo indispensabile e nulla più, a 1.500 giri il nuovo 1.6 i-DTEC accusa il 40% di attriti in meno rispetto al già ottimo 2.2 e regge il confronto anche con un pari cilindrata a benzina.
DIAMO I NUMERI Tutte queste parole valgono sul banco dinamometrico 120 cv a 4.000 giri e 300 Nm di coppia a 2.000 giri, sotto l’effetto dopante di una turbina Garrett a geometria variabile. Su strada significa che la Honda CR-V 1.6 i-DTEC scatta da o a 100 in 11,2 secondi e può raggiungere i 182 km/h di velocità massima. Ai suoi clienti potenziali, però, probabilmente interesserà di più sapere che il consumo dichiarato è di soli 4,5 litri/100 km, cui corrispondono emissioni di CO2 di 119 g/km.
SI FA IN QUATTRO Proposta con il solo cambio manuale a sei marce, la Honda CR-V 1.6 i-DTEC può essere declinata negli stessi quattro allestimenti già a catalogo per gli altri motori, ovvero Comfort, Elegance, Lifestyle ed Executive. Per il momento non si sa ancora quali saranno i prezzi, che saranno annunciati solo a ridosso dell’apertura degli ordini, mentre il tradizionale porte aperte è fissato per il 19 ottobre.
GIROTONDO Il turbodiesel della Honda CR-V 1.6 i-DTEC si avvia lesto, con una voce sommessa e senza vibrazioni, anche a freddo. Una volta in movimento, mostra subito di che pasta è fatto, girando tondo anche poco sopra il minimo e sfoggiando sin dai primi metri una progressione lineare. Con il passare dei chilometri, si rafforza l’idea che l’assenza di ruvidità e la regolarità dell’erogazione siano i punti di forza del millesei, assieme a una notevole elasticità.
MEGLIO AL TROTTO Alla faccia della cilindrata contenuta e della massa importante della macchina, il piccolo diesel nipponico non fa una piega e porta a spasso la CR-V senza richiedere un frequente ricorso al cambio, dal canto suo onestissimo, come tradizione della Casa. L’unica cosa che chiede è che non gli si metta tanta fretta, perché non è uno sportivone. Vivace già ben prima dei 2.000 giri, dà il meglio fino a sopra i 3.000 per poi perdere pian piano smalto.
BEVE POCO In ogni caso, volendo magari completare un sorpasso, si può francobollare il pedale dell’acceleratore al pavimento e far salire la lancetta del contagiri fin oltre quota 4.500 prima che il limitatore tiri i remi in barca. In questo modo, però, il risultato più tangibile che si ottiene è di fare aumentare la rumorosità e i consumi, che, altrimenti, con una guida accorta, possono essere ben inferiori ai 6 litri/100 km. Per chi avesse a cuore le percorrenze, va ricordata la presenza del sistema Start/Stop e del tasto Econ, che riduce l’assorbimento di potenza da parte per esempio dell’impianto di climatizzazione, dando una mano a diradare le visite al benzinaio.
CHE BELLA COPPIA! Tirando le somme, con simili caratteristiche, il 1.600 i-DTEC si mette sulla stessa lunghezza d’onda della CR-V, nella cui gamma viene a rappresentare la scelta ideale di chi non soffre di frequenti pruriti al piede destro e non ha particolari velleità fuoristradistiche. Alleggerita degli organi della trazione integrale e dotata di un assetto di conseguenza rivisto (così come la taratura dello sterzo e dell’impianto frenante), la Honda CR-V 1.6 i-DTEC resta una macchina soprattutto confortevole, silenziosa e capace si digerire bene lo sconnesso. Ciò non toglie però che sia anche piacevole nel misto e che sappia ripagare chi la guida in modo pulito disegnando traiettorie senza sbavature.