La Ford S-Max 2.0 Ecoboost sa farsi apprezzare, grazie alla luminosità e alla versatilità dell'abitacolo, oltre che per l'affinità di coppia tra motore e cambio Powershift. Peccato solo per i consumi...
IN CORO Non mi capita spesso di sentire due voci in coro dire: “Papà, questa macchina è proprio bella!”. Abituate a veder passare da casa i mezzi più disparati, le mie figlie non sono più facilmente impressionabili. E francamente non pensavo che a raccogliere un simile consenso, per di più unanime, potesse essere la Ford S-Max. Non che sia brutta, sia chiaro: dopo l’ultimo aggiornamento, la linea è divenuta più grintosa e il frontale, con le luci di posizione a Led e la presa d’aria inferiore trapezoidale, ha un taglio decisamente sportivo. Tuttavia, da qui a strappare commenti entusiastici ce ne passa.
FIAT LUX Il fatto è che i bambini in genere hanno criteri di valutazione tutti loro, che talvolta vanno ben al di là delle semplici considerazioni estetiche e sicuramente non sono condizionati da questioni d’immagine. Non c’è voluto molto per capire che cosa apprezzassero particolarmente, ovvero la luminosità e la visibilità. Proprio così: il tetto panoramico, inserito in un pacchetto di accessori (sedili riscaldabili in pelle, chiave elettronica e fari adattivi) a 2.500 euro (3.000 se i fari diventano allo xeno), è la proverbiale ciliegina sulla torta ma, anche configurazione standard, la Ford S-Max offre una visuale da belvedere.
VIAGGI FELICI I sedili della Ford S-Max sono infatti sistemati piuttosto in alto e con la linea di spalla che gira invece piuttosto bassa i finestrini possono essere goduti dal primo all’ultimo centimetro quadrato. Il che significa, in concreto, che i più piccoli hanno modo di distrarsi, che il rischio che soffrano di mal d’auto si riduce di molto e così sopportano molto meglio le tappe marathon imposte loro dai genitori nei viaggi. E questo- apro una parentesi - è un aspetto che ogni tanto paparini e mammine farebbero bene a ricordarsi, invece di comprare macchine con meno superfici vetrate di un furgone portavalori.
VIAGGIO NELLO SPAZIO La S-Max ha comunque le carte in regola per farsi apprezzare anche dagli altri membri della famiglia. La suocera apprezza per esempio il fatto di trovare la seduta all’altezza giusta, a portata di natica. La moglie gongola invece davanti a un vano di carico sconfinato, capace di fagocitare borse e pacchetti anche se si resta vittime di un attacco di shopping compulsivo sulla via del rientro dal supermercato, dopo aver fatto la spesa settimanale. Giusto per dare un’idea, anche sfruttando l’eventuale terza fila di sedili e viaggiando in sette, restano ancora 285 litri per i bagagli, un valore da onesta utilitaria.
FACTOTUM E il guidatore? Coccolato pure lui nella versione equipaggiata dal recentissimo due litri a benzina Ecoboost, che la turbina e l’iniezione diretta della benzina portano la potenza nell’orbita dei 200 cv. La sua spalla è l’ottimo cambio robotizzato a doppia frizione Powershift a sei marce, che assicura cambiate rapide e dolci a tempo stesso, completando un quadro eccellente dal punto di vista della versatilità d’impiego. La macchina si muove senza strappi o sussulti nel traffico più congestionato, senza richiedere particolare impegno nella guida. E quando c’è da scattare al semaforo non si fa certo pregare: basta affondare decisi sull’acceleratore per prodursi in una progressione da sportivetta.
TUTTO E’ RELATIVO Fuori dalle mura del centro storico, l'auto sfodera un assetto che incassa bene le buche e non fa ciondolare la macchina come un calciatore del Subbuteo quando si prendono d’infilata i cambi di direzione. Certo, la lunghezza e la massa elevate si fanno sentire e non ci si può aspettare che la coda sia fulminea nelle reazioni. Tuttavia, stanti gli ovvi limiti strutturali, questa Ford si lascia guidare bene, docile ai comandi di uno sterzo all’altezza della situazione: il coricamento sulle ruote esterne è avvertibile ma non disturba più di tanto.
GIRAMONDO L’habitat naturale della di questa Ford non è certo il misto stretto, quello in cui l’asfalto pare annodarsi su se stesso. La monovolume dell’Ovale si trova sicuramente più a suo agio nei tracciati veloci e le cose vanno meglio ancora una volta varcati i caselli delle autostrade. Qui viene fuori una vocazione da globetrotter non comune che trova l’unico limite in una leggera rombosità che si sente soprattutto nella zona posteriore dell’abitacolo e che, alla lunga, può farsi fastidiosa se non viene coperta dalle note dello stereo.
ALZA IL GOMITO Il difetto più grave non è però questo. Il problema vero è infatti che la macchina piace anche… al benzinaio. Se il duemila Ecoboost non fa infatti rimpiangere molto i turbodiesel quanto a coppia (siamo a 300 Nm, ottenuti part time sotto l’effetto dopante dell’overboost), lo stesso non si può dire in materia di consumi. Per quanto si usi il piede felpato, si fa una fatica bestia a fare più di 10 km/litro, con una preoccupante tendenza a scendere anche sotto i 9. E’ quindi meglio che chi macina tanta strada ogni anno si orienti verso una versione a gasolio, mentre per chi fa un uso meno intenso della macchina può fare un serio pensierino alla 2.0 Ecoboost Powershift Titanium. Con 31.000 euro si porta infatti a casa una signora monovolume con una dotazione molto ricca, con standard tra le altre cose i cerchi in lega da 17”, il clima automatico biziona, il cruise control, i vetri posteriori oscurati e il parabrezza a sbrinamento rapido (i cui filamenti sono però visibili in controluce).