Quattro lettere già viste in Casa, due nere e due rosse. "TDCi", l'acronimo che aveva già marchiato Focus e l'ultima Fiesta, ora tatua anche il posteriore di Mondeo. Iniziavano a stare stretti i 115 cavalli del motore DI, soprattutto di fronte ai dati della concorrenza. Eccone dunque 130, tondi tondi, con un common rail di ultima generazione.
Si tratta di un quattro cilindri in linea di due litri e sedici valvole, che eroga una potenza massima di 130 cv (96 kW) a 3800 giri e una coppia di 330 Nm a 1800 g/minuto, dotato di una funzione di Overboost che aumenta la coppia in caso di forte accelerazione fino a un valore temporaneo di 340 Nm, crescendo di 20 Nm sotto i 1800 giri e di 15 Nm tra i 2250 e i 3500.
Realizzato nel nuovo centro attività Diesel di Dagenham, a due passi da Londra, nell’apposita sezione denominata "Clean room", il Duratorq TDCi migliora i valori di potenza e di coppia del precedente DI da 115 cv rispettivamente di +13 per cento e +10,7 per cento, rispettando la normativa europea Euro 3. I consumi medi dichiarati parlano di 6 litri per cento chilometri, per la station wagon, e 5,9 per la quattro porte.
Ci mettiamo al volante di una Mondeo station nuova di pacca: i 45 chilometri totali che vediamo visualizzati sul display non sono in realtà un buon segno per "sentire" come si deve un’auto nel paio d’ore di prova stampa. Il comportamento e la risposta di cambio e motore non potranno mai essere veritieri, pensiamo. Autogol Ford.
Si parte: è un diesel, si sente. Molto più appena acceso – ovviamente – che non una volta raggiunte le temperature di utilizzo. Il cambio manuale a cinque rapporti si dimostra piuttosto gommoso negli inserimenti (non può fare miracoli del resto, visti i 45 km di cui sopra): arriverà l’automatico Durashift 5-tronic, ma è del TDCi che ci dobbiamo curare, è lui la novità.
Abituati agli ultimi portenti Diesel messi in giro da certa concorrenza – facile immaginare che si sta parlando di tedeschi o di svedesi, questi ultimi cugini Ford, tra l’altro – ci aspettiamo di essere stupiti dalla ripresa: non avviene. Il prima-seconda non è di quelli da spalle al sedile, per intendersi, né da controllo di trazione che si attiva per evitare il patinamento delle ruote anteriori. No: è molto più graduale l’idea Ford del Diesel 130 cv.
E lo sarà sempre, in tutte le marce, dove non c’è un vero stacco di coppia, non un gradino nei regimi del motore che ti dia la sensazione del balzo in avanti. Pesa, è tanta, è lunga, la familarona Ford, non lo dimentichiamo, e poi, appunto, è una familiarona e come tale va presa, e guidata. Non è mai nervosa, insomma, nell’erogazione, ma da gita con i pargoli e il cestino del pick-nic.
Viaggia serafica in autostrada
con una rumorosità che si nota ma non infastidisce, si destreggia nel traffico dove il motore non viene mai messo in imbarazzo dalla mole, non si tira indietro nel misto veloce dove però è consigliabile non esagerare per evitare che la coda si ribelli nei rilasci, che il sottosterzo si accentui, che gli ammortizzatori morbidi lo siano pure troppo. Non è la GT40, nonostante l’ovale blu sia lo stesso.La potenza comunque c’è, ben intesi, e le prestazioni non mancano: si superano i 200 orari dopo un po’ di rincorsa e si toccano i cento partendo da fermi in 10,2 secondi. E si nota la Mondeo TDCi in giro per Roma, forse per l’attenzione della gente della capitale alle novità automobilistiche, forse per gli adesivoni multicolore che addobbavano la carrozzeria argento.
Mondeo TDCi sarà disponibile negli showroom Ford – è così che si chiamano ora i concessionari: fa chic - a partire dall'8 Febbraio, sia nella versione berlina quattro porte (22,400 Euro) sia in quella familiare (23,400 Euro). Due le possibili personalizzazioni, entrambe a 1800 Euro: Ghia (interni in pelle, computer di bordo e cerchi in lega da sedici pollici) oppure Hi-Tec (controllo elettronico della stabilità con TCS, fari allo Xeno e cerchi in lega da 17").