Look da muscle-car a stelle e strisce e motore a gasolio made in Germany. Sono questi gli ingredienti originali della Avenger, che si candida come un'alternativa alle "solite" berline europee. Arriverà a settembre con prezzi a partire da 25.900 euro.
BODY BUILDER La linea, chiaramente ispirata a quella della sorella maggiore, la Charger, è un tripudio di linee tese. Dal paraurti proteso in avanti ai grandi fari rettangolari, fino alle luci di coda squadrate, tutto pare studiato per raccogliere l'eredità delle muscle-car del passato. L'elemento più caratteristico della linea della Avenger restano comunque i palestratissimi parafanghi posteriori, spallati come un body builder di Venice Beach. Anche i passaruota sembrano in grassetto, mentre uno stile più sobrio caratterizza l'abitacolo.
RIMANDATA A SETTEMBRE La plancia ha un disegno lineare, con una consolle centrale trapezoidale e una strumentazione composta da tre indicatori circolari. Se lo stile non delude, sulle finiture è meglio chiudere un occhio, se non tutti e due. La qualità delle plastiche utilizzate è bassa e la componentistica ha un'aria economica. A far storcere il naso sono in particolare la palpebra che sormonta il cruscotto e i pannelli delle portiere, ma si tratta solo della punta dell'iceberg. Nemmeno gli assemblaggi strappano la sufficienzapiena. Tuttavia si può concedere alla Avenger il vecchio esame di riparazione di fine estate, quando i primi esemplari arriveranno nelle concessionarie, nella speranza che da qui ad allora la situazione migliori.
AVANTI, C'E' POSTO La Avenger sa comunque come farsi perdonare, con un'abitabilità all'altezza della concorrenza. Lunga 4.850 mm, larga 1.843, alta 1.479 e con un passo di 2.765, offre spazio in abbondanza a tutti i passeggeri. Buono è anche il volume utile del bagagliaio, pari a 438 litri ma ampliabile grazie alla possibilità di reclinare in avanti gli schienali del divano posteriore e del sedile del passeggero anteriore. Molto pratico è anche un cassettino refrigerato sulla plancia, capace di tenere in fresco quattro lattine.
IN PRESTITO Anche se il lancio sul mercato avverrà tra qualche mese, si sa già molto sulla gamma italiana della Avenger, che ruoterà attorno a un unico motore turbodiesel. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta di un'unità della banca organi del Gruppo DaimlerChrysler, bensì del due litri a iniettore-pompa di origine Volkswagen. Accreditato di 140 cv a 4.000 giri, con una coppia massima di 310 Nm già a 1.750 giri, è abbinato a un cambio manuale a sei marce e permette a questa Dodge si toccare i 203 km/h dopo un passaggio 0-100 in 10,5 secondi e con una percorrenza media di 16,1 km/litro.
DOUBLE FACE Le versioni previste sono invece due. Di cui, quella base, offerta a 25.900 euro, si chiama SXT e ha già di serie una dotazione molto ricca. Ne fanno parte tra le altre cose i sedili anteriori riscaldabili e rivestiti in pelle, il climatizzatore, il controllo elettronico della stabilità e della trazione, l'antifurto, i cerchi da 17" con gomme 215/60. Per chi cerca un look ancora più grintoso a 26.800 euro c'è invece la SXT Sport, con in più cerchi in lega da 18" con pneumatici 215/55 e un grintoso spoiler posteriore. Quanto agli optional, tutto è ancora in via di definizione ma è probabile che nella lista finiscano un navigatore con schermo touch-screen e un lettore DVD conschermo per i posti posteriori.
VESTE TUTTI Al volante della Dodge Avenger chiunque può trovare posto agevolmente, dai ragazzoni che sognano di giocare nella NBA a chi ha un fisico più da fantino. Il volante si muove avanti e indietro, su e giù,assecondando i desideri di tutti e lo stesso fa anche il sedile, ben dimensionato e confortevole. A livello di posizione di guida, l'unico peccatuccio veniale è rappresentato dalla posizione del pedale della frizione, un po' troppo distante dal pavimento ma una volta fattaci l'abitudine non ci si fa più tanto caso.
LA MARATONETA In manovra la visibilità non eccezionale e gli ingombri quasi da ammiraglia complicano un po' la vita. Tuttavia le forme regolari della carrozzeria danno una mano a capire quali siano i reali ingombri e alla fine la Avenger non soffre di claustrofobia nemmeno negli spazi più stretti. Il suo habitat naturale sono però i lunghi rettilinei in stile le highway, che percorre da grande passista.
MOLLEGGIATA L'assetto privilegia il comfort dei passeggeri. La taratura delle sospensioni, con schema a ruote indipendenti McPherson davanti e multilink dietro, è piuttosto soffice e assicura un ottimo isolamento dalle asperità, siano esse buche secche o ondulazioni profonde dell'asfalto. Anche i pneumatici non troppo ribassati danno una mano ad assorbire i colpi più duri. Nel misto non si rimpiange troppo questa scelta. La buona impronta a terra delle gomme e le carreggiate larghe assicurano comunque una buona tenuta.
AMA LA PULIZIA Anche in caso di rilascio dell'acceleratore in piena curva, le reazioni restano abbastanza graduali e occorre mettersi d'impegno per mettere alle corde la coda. In condizioni normali, la tendenza naturale è ad allargare leggermente con il muso la linea impostata ma è basta sollevare il piede dall'acceleratore per riportare la Avenger sulla retta via. Anche lo sterzo è sulla stessa lunghezza d'onda dell'assetto e si rivela più progressivo che preciso, consigliando di adottare una guida pulita.
SEMPRE GENEROSO Il motore conferma le ottime doti di sempre. Gira con voce un po' roca, alla Sandro Ciotti, ma una volta innestata la prima regala grandi soddisfazioni. Fluido sin dal minimo, attacca a spingere in modo graduale già ben prima dei 2.000 giri, pronto all'occorrenza ad allungare fino quasi a quota 5.000, laddove il limitatore mette fine al suo acuto. Tirargli il collo in questo modo non dà però grandi vantaggi, visto che dopo 4.000 giri il due litri TDI... ehm... CRD perde un po' di verve. Anche volendo dare briglia sciolta ai 140 cv, paga di più snocciolare una marcia dopo l'altra e sfruttare l'ottimo tiro ai medi.
TIRANDO LE SOMME... Proprio il motore è una tra le migliori armi della Avenger, che si candida al ruolo di outsider tra le berline che vivono a ridosso del segmento premium. Tra le frecce nel suo arco ci sono sicuramenteunadotazione ricca, un buon comfort e una buona abitabilità ma a lasciare alla fine un certo amaro in bocca è la qualità delle finiture. Sarà anche vero, almeno per gli americani, che l'importante è che una cosa funzioni a dovere, ma anche gli occhi (e le mani) vogliono la loro parte...