Ci sono i seguaci del downsizing dell'ultima ora e c'è invece chi al motto "piccolo è bello" crede da sempre. E' la Daihatsu, che con la sua piccola fuoristrada dimostra che Suv e fuoristrada possono essere versatili anche con dimensioni poco più che tascabili.
DIETROFRONT! Lo so, facendo questo paragone è un po' come se parlassi corda in casa dell'impiccato ma il mercato dell'auto si comportacome una petroliera: una volta presa una direzione, invertire la rotta richiede tempo e spazi di manovra. L'ordine è però partito e così, dopo anni trascorsi a sfidarsi a "io ce l'ho più grosso" (il Suv, ovviamente), i costruttori si stanno adeguando alla nuova moda del downsizing, letteralmente riduzione di taglia. Ci si poteva anche pensare prima che il greggio andasse alle stelle e che i rimorsi ambientalistici facessero - a torto o a ragione non è il caso di dirlo qui - della CO2 il nemico pubblico numero uno.
PIONIERI Se la Daihatsu non può accodarsi al gruppo è solo perché i suoi modelli piccoli lo sono da sempre, che siano utilitarie, monovolume, coupé-cabriolet o, appunto, 4x4. Ma com'è la convivenza con un fuoristrada tascabile? Sono più i suoi limiti o i suoi punti di forza? Per rispondere ho provato a scorrazzare un paio di settimane con una Terios 1.5. Le annotazioni interessanti non sono mancate.
QUESTIONE DI TEMPO Al primo contatto la giapponesina desta qualche perplessità. Con il volante che si regola solo in altezza, la triangolazione con il sedile e la pedaliera non è perfetta, almeno per chi ha, come me, un'altezza e un peso al di sopra della media. L'impressione che ci sia qualcosa di perfettibile è dovuta anche alla posizione della corta leva del cambio, che resta un po' lontana e non è comodissima da azionare. Il tutto richiede comunque giusto un po' di assuefazione e dopo qualche decina di chilometri non si fa più tanto caso alla cosa.
SCATOLA A SORPRESA Una volta sistemato il sedile di guida, vale comunque la pena di fare un giro perlustrativo, sedendosi dapprima sul divanetto e dando poi uno sguardo al bagagliaio. E' difficile che alla fine le labbra siano ancora ben serrate: nella zona posteriore si scopre infatti una quantità di centimetri sorprendente, che farebbe supporre sacrifici sul fronte della capacità di carico. Nulla di tutto questo, invece: per stivare le masserizie varie ci sono ben 380 litri. Niente male per un'auto che supera i quattro metri (la lunghezza è di 405 cm, per la precisione) soltanto perché la ruota di scorta è montata sul portellone che, di conseguenza, è di quelli incernierati sul fianco.
GIRAVOLTA Se da ferma la Terios sembra più grande di quel che si legge sulla scheda tecnica, basta mettersi in movimento per riscoprire che dimensioni così contenute consentono davvero una maneggevolezza fuori dal comune per la categoria. Complice un diametro di sterzata quasi da carrello del supermercato (siamo nell'ordine dei 10 metri e spiccioli), questa Daihatsu si muove con disinvoltura negli spazi angusti. Incroci tra vicoli stretti, inversioni a U e parcheggi al millimetro sono il pane quotidiano di questa fuoristradina che veste senza difficoltà i panni della cittadina modello.
SENZA FRETTA Una volta fuori dalla metropoli la Terios non si smarrisce. La buona elasticità del motore e la scelta di rapporti corti consentono riprese vivaci e su strada statale ci si può quasi dimenticare del cambio. Alla tuttoterreno giapponese resta invece un po' indigesta l'autostrada. Proprio la spaziatura delle marce costringe la meccanica a girare a regimi elevati prima che sia raggiunta le velocità Codice. Ciò limita un po' la velocità di crociera, a meno che non si accettino compromessi in materia di consumi e rumorosità. Meglio mettersi il cuore in pace e non maltrattare l'acceleratore.
L'ARRAMPICATRICE Le sorprese più grandi, però, questa Daihatsu le riserva nel fuoristrada. La potenza di 105 cv non sarà infatti eccezionale in senso assoluto ma è ben calibrata in rapporto al peso ridotto della Terios. Con la trazione integrale permanente e la possibilità di bloccare il differenziale centrale, ci si può arrampicare in posti a prima vista impensabili, fuori dalla portata di molte Suv ipervitaminizzati, grazie anche a ottimi angoli di attacco, di uscita e di dosso. Se è la vettura ufficiale della Federazione Fuoristrada, non è insomma solo per un fatto di soldi e sponsorizzazioni...