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Dacia Logan


Avatar Redazionale, il 13/10/05

19 anni fa - La berlina più economica.

Dei 5.000 euro pubblicizzati inizialmente è rimasto il ricordo, pazienza. Resta però la berlina più economica del listino, anche se non per questo la più povera. Tutt'altro. E una volta digerito l'abito Anni 60 la Renault rumena rivela inaspettate doti di comfort e di guida. Sarà in vendita da noi alla fine di gennaio con tre motori e tre allestimenti.

PRECEDENTI STORICI Il metodo non è proprio nuovo. A offrire berline a prezzi da hard discount hanno già provato in molti, ottenendo nel tempo risultati alterni. Alzi la mano chi non ricorda per esempio le Skoda Favorit, che una decina di anni fa lanciavano senza troppa fortuna un guanto di sfida alle rivali occidentali. Ancora oggi ci riprovano le Lada, le cui vendite nel Bel Paese procedono però con il contagocce. Più successo ebbe invece l'oriunda Fiat Duna, sbeffeggiata quando era in listino ma riabilitata da molti post-mortem come un'infaticabile lavoratrice.

DUE PESI DUE MISURE

Ora a cimentarsi nel tema è la Renault, che con le insegne della rumena Dacia, sta per mettere sul mercato la Logan. La sua fase di pre-lancio è stata gestita ad arte: da tempo si parla infatti di lei come della "berlina da 5.000 euro". Nonostante le puntualizzazioni (a mezza voce) della Casa, una simile nomea le è rimasta e adesso è normale che la curiosità che la circonda sia tanta. Occorre quindi sgombrare subito una volta per tutte il campo dall'equivoco: il miraggio dei 5.000 euro è destinato a restare tale dalle nostre parti. Per essere precisi quello di 5.900 euro è il prezzo per la Romania, dove normative antinquinamento meno severe e clienti di bocca buona consentono di vendere la Logan scarna all'inverosimile. Dalle nostre parti sarà invece in vendita dalla fine di gennaio 2006 con un listino che parte da 7.950 euro.

NEOCLASSICA

Che la Logan sia pensata per soddisfare il palato di altri mercati, dalla patria natìa rumena all'Iran, passando per il Nord Africa, appare evidente dal primo sguardo. La sagoma è a tre volumi, ben definiti a colpi di righello. E' un genere che dalle nostre parti non tira più da almeno un quarto di secolo. Forme classiche, a tratti anche massicce, come nella mascherina triangolare o nella zona del terzo montante. Qua e là i designer francesi hanno inserito pure elementi presi dalle ultime collezioni Renault. L'esempio più lampante viene dal motivo a V che unisce le luci di coda della Logan come nella gamma Megane.

IN PESO FORMA

Lunga 4.250 mm, larga 1.736 e alta 1.525, la Logan ha un fisico piuttosto longilineo e asciutto, come conferma anche l'ago della bilancia, che si ferma a 975 kg. Nessuna dieta misteriosa a base di leghe ultraleggere. Basta semplicemente ricordare che la Logan nasce per essere un'auto economica e affidabile, tenendo presente che quello che non c'è, non costa, non si può rompere e non pesa nemmeno. Anche sul fronte sospensioni spazio a scelte semplici, con uno schema tipo Mc Pherson all'avantreno e un retrotreno a ruote interconnesse. E a proposito di ruote, i cerchi sono da 15 pollici e calzano pneumatici 185/65. L'impianto frenante è di tipo misto, con dischi anteriori e tamburi posteriori.

TUTTA D'UN PEZZO

L'abitacolo è di taglio minimalista, ha una linea piuttosto pulita ed è realizzato con soluzioni che appagano la vista e l'udito senza incidere troppo sulle tasche. La plancia è infatti ottenuta in stampata unica, una scelta che semplifica le fasi di assemblaggio, offre un'idea di qualità e stronca alla nascita il rischio di cigolii. Le plastiche sono gradevoli al tatto, gli spessori sono buoni e la solidità dei componenti è ben più di una mera impressione.

VIAGGIO NELLO SPAZIO

Certo, qualche vite a vista non manca, la maniglia per chiudere la porta ricorda un po' gli appigli artificiali usati per allenarsi nel free-climbing ma nel complesso la Logan strappa un bel voto in fatto di robustezza. La sorpresa più lieta viene però dallo spazio, che abbonda in ogni direzione, per le gambe, le spalle o la testa. Sul divano posteriore anche tre adulti viaggiano larghi e il bagagliaio ha un volume utile di ben 510 litri, più di quanto offrono molte wagon di grido.

DUE A BENZINA...

I motori che compongono il listino sono complessivamente tre, due a benzina e uno a gasolio, tutti stracollaudati e infaticabili maratoneti, così come tre sono anche gli allestimenti. Quanto alle meccaniche, tutte come ovvio Euro 4, la motorizzazione d'accesso è un 1.400 a benzina che eroga 75 cv e dispone di una coppia massima di 112 Nm, rispettivamente a 5.500 e 3.000 giri. Agli stessi regimi dà il meglio di sé anche l'altro benzina, un 1.600 da 90 cv e 128 Nm. Le velocità massime sono di 166 km/h per la 1.4 e di 175 per la 1.6, più rapida anche nel passaggio da 0 a 100 con un tempo di 11,5 secondi rispetto ai 13 della sorella. Il maggior brio si paga con soste più frequenti dal benzinaio: la 1.6 consuma in media 7,3 litri ogni 100 km contro i 6,9 della sorella.

...E UNO A GASOLIO

Il campione di economia è però il turbodiesel 1.5 dCi che sulla medesima distanza si accontenta di soli 4,7 litri di gasolio. In questo caso la potenza massima è di 70 cv a 4.000 giri con un picco di coppia di 160 Nm a 1.700 giri. I 100 km/h vengono toccati 15 secondi dopo la partenza e insistendo si raggiungono i 158 km/h.

BASE

L'allestimento base, quello che fa meglio venir fuori lavera anima della Logan, è offerto solo con il motore 1.4 a benzina ai già citati 7.950 euro. Inutile aspettarsi un trattamento da suite imperiale: la dotazione è decisamente scarna e prevede di serie giusto l'Abs, i due airbag frontali e l'immobilizer.

AMBIANCE

Un po' più ricca è l'Ambiance, che si ordina con motore 1.4 o 1.5 dCi, nell'ordine a 8.375 e 10.350 euro. Questa versione dispone anche di chiusura centralizzata, regolazione in altezza delle cinture di sicurezza, vetri azzurrati, illuminazione del vano bagagli, paraurti in tinta e ricircolo dell'aria. Sulla versione turbodiesel è di serie anche il servosterzo, che sulla 1.4 si paga invece 350 euro.

LAURÉATE

Al vertice della gamma c'è infine la Lauréate, disponibile con tutte e tre le meccaniche a prezzi di 9.125 euro (1.4), 9.630 (1.6) e 10.750 (1.5 dCi). A nobilitare queste Logan ci sono tra le altre cose il sedile di guida con regolazioni in altezza e lombare, il telecomando per la chiusura, gli alzacristalli elettrici, i retrovisori elettrici, il computer di bordo. Qui il servosterzo è di serie anche con i motori a benzina e la console ha un rivestimento color alluminio

SU MISURA

Per chi vuole tagliarsi l'allestimento su misura, la lista degli accessori comprende il climatizzatore (750 euro), i cerchi in lega (400), lo stereo con mangiacassette (200) o lettore CD (280), i proiettori fendinebbia (150) e la vernice metallizzata (300). Azzardando un consiglio, la scelta ideale pare rappresentata dalla base con il climatizzatore a 8.700 euro, con l'aggiunta magari del servosterzo ma giusto per chi è spesso costretto a manovrare da fermo.

SENZA RIVALI

Basteranno questi prezzi a fare della Logan un successo, complici i tre anni di garanzia (o 100.000 km)? Rispondere non è facile, anche se, in effetti, di rivali vere e proprie questa Dacia al momento non ne ha. Per gli stessi soldi si compra a mala pena una citycar tascabile di cilindrata inferiore. Quel che poi è certo è che oggi più che mai, con l'aria di crisi che aleggia, sempre maggiore è la richiesta di mobilità a basso costo e in questo la Logan fa per bene il suo dovere, che si debbano spostare persone o cose.

PUNTA IN ALTO

In alcune aree della Francia pare che la Logan stia diventando un piccolo fenomeno di moda ma da noi, dove l'auto resta per tanti uno status symbol, la Logan rischia di essere messa a confronto con medie di rango usate. Una battaglia dall'esito davvero imprevedibile, anche se poco importante per la guerra che la Renault vuole vincere su scala planetaria. L'obiettivo fissato per la Logan entro il 2.010 è di vendere un milione (!!!) di esemplari ogni anno, con l'aiuto anche di una versione station wagon che sarà commercializzata anche in versione a sette posti all'inizio del 2007.

PICCOLI NEI

Trovare una posizione comoda alla guida della Logan non è particolarmente difficile. Nonostante il volante sia fisso, il sedile è sistemato a dovere e permette comunque di star comodi anche se non si hanno doti da contorsionista o da fachiro. Un po' scomodo è al limite il pedale della frizione che lavora lontano dal pavimento ma bastano poche partenze per prendergli le misure e trovarsi a proprio agio. Perfettibile sarebbe anche il posizionamento dei comandi della climatizzazione, sistemati troppo in basso nella consolle centrale. La visibilità è buona nella parte anteriore, un po' meno in quella posteriore dove la forma dei montanti e della coda complicano un po' la vita. Il raggio di sterzata è ridotto e alla fine dei conti ci si muove anche in spazi stretti con buona disinvoltura.

1.4 75 CV

Tanto in città quanto nei percorsi extraurbani il piccolo 1.400 fa tutto quel che serve. Regolare sin dai regimi più bassi, procede al trotto fino ai 3.000 giri per poi cambiare passo e allungare con sorprendente vivacità. Insistendo si può arrivare ai 6.000 giri indicati e fare intervenire il limitatore ma si tratta di un'operazione fine a se stessa, se non del tutto inutile.

1.6 90 CV

Il fratello maggiore è della stessa pasta, con il medesimo cambiamento d'umore attorno a quota 3.000. Qui chiaramente la vivacità è maggiore ma assieme alle prestazioni cresce anche la rumorosità. I benefici più evidenti si hanno in accelerazione mentre in ripresa resta consigliabile scalare una marcia per completare i sorpassi senza patemi d'animo. In attesa di poter provare anche il turbodiesel, la strada pare confermare che la scelta più azzeccata è quella del 1.400, che ha dalla sua anche costi di gestione inferiori.

A MODO SUO

L'assetto della Logan è sui generis, diverso da quello delle auto cui siamo abituati. Le sue sospensioni sono rialzate, con un altezza minima da terra di 155 mm, per permetterle di affrontare senza trattenere il fiato anche gli sterrati o le piste desertiche. L'escursione è più ampia della norma, con una prima parte della corsa cedevole e una seconda invece più sostenuta per evitare i fondocorsa anche sulle buche secche. Il risultato è un comportamento lodevole sullo sconnesso, con la Logan digerisce tutto come se nulla fosse, compresi dossi e cunette.

ALLA LARGA

Il rovescio della medaglia si scopre se si cerca di trattare la Logan da sportiva, cosa che chiaramente non è. Il baricentro alto e le lunghe leve la portano ad avere un passo un po' dinoccolato. Dopo un inserimento in curva relativamente rapido, questa Dacia tende a coricarsi sulle ruote esterne e ad allargare un po' la traiettoria. La generosa gommatura cerca di porre rimedio alla cosa ma senza grande successo.

GUARDA COME DONDOLO

Il fenomeno in sé non è preoccupante. Tuttavia le cose si complicano un po' quando si fanno rapidi cambi di direzione, situazione che potrebbe verificarsi per necessità in caso d'emergenza, non solo per espressa scelta del pilota. La coda ha reazioni lente e ampie che, pur se sincere, consigliano una certa cautela e richiedono correzioni puntuali. In questi casi occorre agire con decisione sul volante, specie se la versione che si guida è priva di servosterzo.

LA MARATONETA

La precisione è discreta anche nella marcia autostradale, nella quale la Logan mostra di cavarsela insospettabilmente bene. Nonostante la forma un po' spigolosa, isibili aerodinamici sono molto ridotti e solo una rombosità di fondo turba un po' la quiete dei passeggeri, assieme a una certa sensibilità al vento laterale. La rapportatura lunga della quarta e della quinta permette di tenere medie elevate a regimi di tutto riposo.

Pubblicato da Paolo Sardi, 13/10/2005
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