Da soli 11.900 a 17.900 euro: è questa la forbice di prezzo della prima Suv low-cost del mercato. Dotata di una linea personale e di componenti solidi e collaudati del gruppo Renault, la Dacia Duster merita l'attenzione di chi cerca tanta praticità piuttosto che uno status symbol.
NUOVA SFIDA Alla Dacia sono pronti al salto di categoria. Un po' come un pugile che acquista fiducia nei propri mezzi e mette su peso e muscoli, i vertici di Pitesti, dopo aver sinora combattuto nei segmenti più bassi del mercato, si confrontano ora con una nuova e impegnativa realtà, quella delle piccole Suv e delle crossover. Il tutto, senza rinnegare quella filosofia low-cost che fa da filo conduttore per tutta la loro gamma.
PRECEDENTI ILLUSTRI La scelta di restare fedele alla tradizione del marchio potrebbe risultare vincente per la nuova Dacia Duster. Molti di coloro che in una macchina cercano versatilità d'impiego e un aspetto robusto spesso non sono infatti disposti a spendere un occhio della testa. Per fare alcuni esempi, lo confermano i successi della DR e, per certi versi, anche della Fiat Sedici, oltre al dilagare di versioni con un look da fuoristrada, talora con una normalissima trazione anteriore.
SALTO EPOCALE Quanto proprio al look, la Duster segna una svolta importante per la Dacia. Segue il cammino aperto dalla Sandero e si spinge anche oltre, non sembrando nemmeno lontana parente delle varie Logan, geometriche e rigorose al limite dell'austero, e con la nuova tuttoterreno condivide la piattaforma. La nuova nata sfoggiatratti interessanti da ogni angolazione. Il frontale è personale, con fari, mascherina e presa d'aria che si fondono in un unico motivo. A rendere originali la fiancata e la coda è invece l'alternanza di superfici lisce e bombate che dà alla carrozzeria un'aria solidae atletica al tempo stesso.
SPALLE LARGHE In particolare, nell'insieme risaltano i parafanghi spallati, che fanno salire la larghezza massima a ben 182 cm, mentre la lunghezza è di 431 cm. Se per schizzare i lamierati i designer hanno avuto briglia sciolta, per l'abitacolo hanno invece dovuto mordere un po' il freno. Per evidenti motivi di contenimento dei costi, la plancia è infatti ripresa dalla Sandero e ha quindi uno stile piuttosto sobrio, senza alcun colpo di testa.
DOUBLE FACE Così come vuole la prassi imperante tra le rivali, la Duster è proposta tanto con la trazione anteriore (e retrotreno a ruote interconnesse) quanto con schema 4WD inseribile (abbinato invece a sospensioni posteriori a ruote indipendenti). Le sospensioni anteriori sono in entrambi i casi tipo McPherson.
SI FA IN TRE Il sistema di trazione più raffinato è preso a prestito dalla banca organi Nissan e permette al pilota di scegliere tra tre modalità di funzionamento, tramite una manopola sul mobiletto centrale. Nell'uso quotidiano su asfalto si può tranquillamente selezionare il programma 2WD, che scarica la forza motrice sulle sole ruote anteriori, o quella Auto, che privilegia di norma sempre la trazione anteriore, pronta però sempre a trasferire fino al 50% della coppia alle ruote dietro quando quelle davanti perdono aderenza. Questa posizione va bene anche per il fuoristrada leggero, mentre per quello più impegnativo è meglio inserire la funzione Lock, che divide equamente 50-50 la coppia tra i due assi.
PRONTA A TUTTO La presenza di questa modalità non è affatto fuoriluogo. Con un angolo di attacco di 30°, uno di uscita di 36° e un'altezza minima da terra di 21 cm (20,5 per la variante 4x2), la Duster ha tutte le credenziali per far bene anche quando il gioco si fa duro. Da questo punto di vista, giocano a favore il peso contenuto e la generosa gommatura 215/65-16, che fa da denominatore comune a tutte le versioni.
DUE MOTORI I motori disponibili sono due, entrambi di origine Renault, ben collaudati e abbinabili a tutti e due gli schemi di trasmissione. Apre le danze un 1.600 a benzina da 110 cve 148 Nm che fa coppia con un cambio a 5 o a 6 marce a seconda che l'esemplare sia 2 o 4WD. Nel primo caso la velocità massima è di 165 km/h, il tempo nello 0-100 è di 11,5 secondi e la percorrenza media è di 13,3 km/litro. Nel secondo si parla invece di 160 km/h, 12,8 secondi e 12,5 km/litro. La proposta a gasolio è invece il 1.500 dCi che dispone di 107 cv in variante 2WD o di 109 in configurazione 4WD, sempre e comunque con una coppia di 240 Nm e un cambio manuale a sei marce. Per la dCi a trazione anteriore i dati salienti sono 171 km/h, 11,8 secondi e 18,9 km/litro, mentre per quella integrale i numeri sono 168 km/h, 12,5 secondi e 17,6 km/litro.
TRE ALLESTIMENTI I livelli di allestimento sono tre. Quello base si ha solo con il 1.600 a benzina e la trazione anteriore. Il prezzo da hard discount, ovvero 11.900 euro, può far chiudere un occhio su una dotazione di serie ridotta all'osso. Standard sono infatti solo un paio di airbag e il servosterzo, con gli alzacristalli elettrici che restano invece un miraggio e non si possono avere nemmeno a pagamento. Se non si vuole la Duster nuda e cruda si può optare per l'Ambiance, che in più offre gli airbag laterali, i vetri elettrici anteriori, la chiusura centralizzata con telecomando e le barre porta tutto. La macchina così equipaggiata si può avere con tutti i motori e tutte le trazioni: la 1.600 2WD costa 12.700 euro, la 1.500 dCi 2WD 14.700 euro e le rispettive varianti 4WD vengono invece 2.000 euro in più. Con un sovrapprezzo di ulteriori 1.200 euro si possono avere invece le quattro versioni Lauréate, che hanno come plus il climatizzatore manuale, i fendinebbia, i retrovisori elettrici, volante e sedile regolabili in altezza e divano posteriore con schienale frazionato. Per tutte le Duster la garanzia è di tre anni o 100.000 km.
UN TIPO TOSTO Se da fuori il family feeling con le altre Dacia è prossimo allo zero, nell'abitacolo si ritrovano invece forme e contenuti ben noti. A voler fare i poliglotti si potrebbe parlare di "carry over" ma parlando come si mangia si archivia la questione come semplice trapianto di plancia dalla Sandero. Largo dunque a componenti senza fronzoli e a plastiche dure ma spesse e montate bene, per trasmettere comunque un'aria di solidità, di roba fatta per durare a lungo. La principale critica va così, più che alla fattura, alla scelta si posizionare i comandi della climatizzazione troppo in basso sul mobiletto centrale.
BELVEDERE A parte ciò il quadro per il pilota è tutto sommato positivo. Chiaramente la sistemazione che può trovare è migliore sugli esemplari Lauréate, che hanno sedile e volante regolabili in altezza ma anche senza questa possibilità la posizione di guida non è troppo sacrificata. La seduta è leggermente rialzata e permette di avere una buona visibilità, nel traffico come nei passaggi più difficili del fuoristrada. Negli spazi stretti si apprezza anche il diametro di sterzata contenuto, che a volte permette di risparmiare una manovra nelle inversioni.
IL CHIP AIUTA Con il salire della velocità lo sterzo mostra una precisione e una sensibilità solo discrete, che non impediscono comunque di affrontare i percorsi misti anche con un passo allegro. In ogni caso, quando si esagera un po' con l'andatura, le reazioni restano prevedibili. Tuttavia, potendo spendere un po' di più, sarebbe meglio ancora una volta orientarsi verso l'allestimento top ed equipaggiare pi la macchina con l'Esp optional, che non si può invece avere sulla Duster base e su quella intermedia.
INCASSA TUTTO In generale le sospensioni fanno un figurone sullo sconnesso: tombini e asfalto deformato vengono digeriti come se niente fosse e anche le buche più secche e profonde non arrivano a infastidire le terga e le vertebre dei passeggeri. Gli sterrati, anche quelli più tormentati, non sono dunque un problema, nemmeno per la versione 2WD. Se però si pensa di cimentarsi anche con l'offroad vero, la scelta della trasmissione 4WD diventa un must. Il sistema, tra l'altro, è collaudato e sempre valido, con una soluzione per ogni evenienza e capace di uscire a testa alta anche dai twist impegnativi (nella ricchissima gallery ci sono foto che parlano da sole). In condizioni limite è una benedizione anche la prima corta di cui è dotato il cambio a sei marce (5,79 km/h a 1.000 giri), che assicura un ottimo spunto e aiuta a gestire la velocità, in salita come in discesa.
L'IMBARAZZO DELLA SCELTA Per l'uso gravoso l'acquisto migliore da fare sarebbe quello del motore 1.5 dCi. Il piccolo turbodiesel, provato a suo tempo su altri modelli, tira bene sin dai regimi più bassi e sale di giri senza vuoti o bruschi cambi di passo. Se serve, accetta senza protestare di fare gli straordinari e di spingere la lancetta del contagiri anche verso quota 5.000. Su altri mercati questo motore è offerto anche in versione da 85 cv, presente alla prova e onestissima ma non importata in Italia. Per un impiego tranquillo a 360° e soprattutto per chi non ha percorrenze medie annue da stakanovista del volante, il 1.600 a benzina va comunque benissimo. Sfodera una progressione lineare, guadagna giri con fluidità e allunga bene, dando il meglio di sé quando la lancetta è nella zona superiore del contagiri.
PORTE APERTE Relativamente silenziosa anche a velocità di crociera autostradali, la Duster si dimostra in fin dei conti una validissima factotum, a suo agio nel traffico cittadino come lontano dai nastri asfaltati. Dotata di una linea personale, ha un rapporto qualità/prezzo invidiabile, che la maggior parte delle rivali riesce a offrire solo sul mercato dell'usato. Per chi non cerca in una Suv o una crossover uno status symbol ma si "accontenta" di tanta praticità varrebbe la pena di fare un salto nelle concessionarie Dacia già nel weekend dell' 8 e del 9 maggio per il classico "porte aperte".