La Citroën DS3 Cabrio, con il 1.6 litri turbo da 155 cavalli. si dimostra vetturetta simpatica e divertente, capace anche di offrire qualche sorpresa positiva sul piano del comfort e dei consumi
IL LOTTO DELL’ESTATE Quando sulla mia ruota del Lotto dell’estate è uscita la Citroën DS3 Cabrio non ero del tutto entusiasta: temevo consumi non proprio contenuti (perché sapevo che si trattava della DS3 Cabrio 1.6 THP 155, benzina turbo) e lamentazioni per il comfort non proprio da ammiraglia della non più giovanissima mamma, che sapevo di dover scarrozzare tra mari e monti. Nulla di più sbagliato. Ma andiamo con ordine.
GRINTA DA VENDERE L’aspetto esteriore ha il suo bel perché. La Cabrio non si discosta per nulla dagli stilemi della berlinetta tutto pepe e, in questo allestimento in particolare “Sport Chic”, con quei cerchi “diamantati neri” da 17 pollici, la grinta non le manca certo: sembra proprio ben piantata a terra. Bello anche il contrasto cromatico, tra il grigio madreperla della carrozzeria e quello strano blu tendente al viola del tetto, che si ripresenta prepotentemente negli interni.
EREDITA’ SCOMODA? Oltre alla cattiveria della calandra e dei gruppi ottici, con i due baffi a Led come luci diurne, spicca la pinna da squalo nelle fiancate, che si staglia tra il nero dei vetri oscurati verso il blu del tetto. Quella pinna sembra proprio richiamare il soprannome della storica Citroën DS, la cui Cabriolet, a partire dal 1958, riscosse un buon successo all’epoca. In parte per il fascino delle sue linee ma anche per le avvenieristiche, per allora, proposte tecniche, tanto che oggi è tra le auto da collezione più ambite e ben quotate, anche per l’esiguo numero di vetture prodotte, meno di 1.400 esemplari. Con un’eredità così pesate, la Citroën DS3 Cabrio potrebbe non sembrare all’altezza, mentre invece…
IL PRIMO APPROCCIO Apro la lunga portiera e mi guardo intorno. Il gioco di colori, tra il nero e quell’originale blu, è piacevole ed esalta una certa cura nei materiali e la qualità dei sedili sportivi, molto avvolgenti ma non troppo stretti. Apro la capote elettrica e con un solo comando la tela si raccoglie fino oltre i sedili posteriori. La sensazione di libertà è palpabile. Rimane alzato il lunotto di vetro, permettendo così una discreta vista posteriore, che svanisce completamente nella posizione estrema, cioè con tutto il telo raccolto, che resta però ordinatamente corrugato proprio nella posizione del lunotto posteriore. Il risultato è che i passeggeri posteriori hanno poco spazio in più dietro e sopra alla testa, ma si perde totalmente la vista posteriore, affidata agli ottimi specchietti laterali e ai sensori di prossimità.
SUONI E SENSAZIONI Giro il quadro e avvio il motore. Il rumore sommesso e sordo lascia presagire quella grinta sorniona che proprio mi aspettavo. Apprezzo la spaziatura delle sei marce ma soprattutto la buona spinta sin dai bassi regimi, con quei 240 Nm presenti già a 1.400 giri, che non fa certo rimpiangere i più moderni turbodiesel, con il vantaggio di allungare con vigore fino ben oltre i 5.000giri/minuto. Manca lo Start&Stop ma il minimo sembra un po’ più in basso del normale. Comunque, anche a capote aperta, il canto del quattro cilindri è piacevole e mai fastidioso. Sempre rimanendo sui rumori a capote aperta, anche i fruscii aerodinamici cominciano a diventare fastidiosi solo ben oltre i 100 km/h, merito della zanzariera frangivento che si alza oltre il parabrezza, deviando bene il flusso verso l’alto.
LA GUIDO Come prima tappa ho un po’ di autostrada e la mia solita strada in montagna. Il vantaggio di salire a sera inoltrata mi permette di mettere un po’ alla frusta la “mia” Citroën DS3 Cabrio con maggiore sicurezza. Il motore si rivela divertente e anche sportivo agli alti regimi, più di quanto la notevole coppia ai bassi lascerebbe presagire. Se lo tengo sopra i 4.000, 4.500 giri spinge bene, pur senza essere mai brutale e scorbutico. L’assetto è sportivo ma non troppo rigido, la tenuta di strada è notevole e la precisione e l’immediatezza dello sterzo da vera sportiva. Gratificante il rombo del motore, soprattutto in rilascio, quando emette qualche scoppio sordo che non guasta. Due notazioni sole: la prima riguarda un certo alleggerimento del retrotreno nelle frenate più violente, unica condizione in cui si percepisce l’aspetto meno positivo del passo piuttosto corto; la seconda una “antica” reazione al tiro e rilascio da parte dello sterzo, un comportamento da trazione anteriore degli anni Settanta, “neo” che si neutralizza facilmente impugnando con decisione il volante nelle accelerazioni, soprattutto in uscita di curva, quando d’istinto si vorrebbe solamente accompagnare il ritorno dello sterzo stesso. In sintesi: grande divertimento, che richiede un po’ di apprendistato per “prendere le misure” e potersi togliere più di qualche soddisfazione, in totale sicurezza.
LA CARICO A una cabriolet si concede di non avere un buon bagagliaio, ma nel caso della Citroën DS3 Cabrio la situazione è piuttosto curiosa. Perché di spazio nel bagagliaio ce ne sarebbe anche abbastanza (245 litri, tra i migliori della categoria), il problema è come caricarlo. Non esiste un vero portellone, ma semplicemente una sorta di oblò che consente di inserire anche una valigia, purché non sia troppo alta. Dalla bizzarra feritoia passa certamente un trolley da cabina ma non uno di maggiori dimensioni. In realtà nel vano ci starebbe ben di più di un trolley, più anche di una valigia, ma per poterli stivare occorre operare in modo poco ortodosso ma molto efficace: si apre il tetto, si abbatte lo schienale del divano posteriore et voilà, il vano di carico è accessibile stando comodamente (si fa per dire) in piedi nel bel mezzo dell'abitacolo.
IL COMFORT Man mano che il contachilometri sale nel conteggio, mi accorgo sempre di più di quanto la Citroen DS3 Cabrio sia confortevole, sia da guidare sia da vivere come passeggero del posto anteriore. È tanto lo spazio a disposizione davanti, anche se si avanza il sedile del passeggero per lasciare un po’ di spazio a eventuali ospiti in seconda fila. Stupisce soprattutto quanto sia scavato l’interno proprio in prossimità delle gambe. Certo ne fa le spese il vano portaoggetti, ma avere più spazio per le gambe è spesso molto più utile. Dietro non è il caso di far salire la suocera, non tanto e non solo per la contorsione richiesta ma soprattutto per lo spazio concesso alle gambe, da vetturetta sportiva 2+2, più che da cinque posti, a dispetto dell’omologazione.
TIRIAMO UNA RIGA Alla fine delle vacanze faccio un bilancio, sfruttando il computer di bordo. 1.637 chilometri coperti alla media di 56 km/h, con un consumo medio di 7,4 litri per 100 chilometri. L’ultima foto della galley riguarda proprio il computer di bordo che riporta questi dati. Considerando la varietà di percorsi, tra città, autostrada, montagna e laghi, senza mai avere troppa attenzione alla guida parsimoniosa, il valore risulta più che interessante. Perché considerando la notevole potenza a disposizione, sempre pronta quando serve, il consumo medio realizzato è accettabilissimo.
CONFRONTI DIRETTI Il mondo delle cabrio compatte ha nella Mini e nella 500 due tra le protagoniste vincenti. Rispetto alle dirette concorrenti, la Citroën DS3 Cabrio ha buone armi al suo arco, tenendo sempre presente che la moda, più di ogni altra caratteristica, si rivela vincente. Rispetto alla Mini, sua "cugina" dal punto di vista del motore, la DS3 offre un minor “integralismo” di telaio: l'assetto è meno esasperato e kartistico, pur se altrettanto efficace anche per un uso sportivo, oltre che più confortevole nell’impiego di tutti i giorni. Rispetto alla 500, ancora, risulta vincente sul piano degli spazi e dell’abitabilità complessiva. Per chi vuole distinguersi dalla massa, c’è quindi la possibilità di avere anche di più di ciò che le competitor più modaiole oggi offrano.