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Prova su strada

Citroën C4 Cactus


Avatar di Mario Cornicchia, il 22/07/14

10 anni fa - Esce dagli schemi con stile ed economia, ma non è economica. Guarda il video

Linee morbide e simpatiche: la Citroën C4 Cactus è un bel venticello fresco che porta novità stilistiche e pratiche, puntando forte sulla leggerezza. Non nel prezzo, però

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RARITA’ Non capita spesso ma, ogni tanto, nel piatto panorama automobilistico arriva qualcosa di nuovo, qualcosa che esce, per stile e per funzionalità, dai soliti schemi collaudati, consolidati e, sovente, consunti. La Citroën C4 Cactus è un bel venticello fresco che porta novità stilistiche e pratiche, che porta personalità e praticità. Mostra anche che riuscire a risparmiare sul peso e sul superfluo non porta per forza a un prodotto sfigato. Mostra anche, però, che economico e leggero non è sempre leggero anche nel prezzo.

CARATTERE BOLD L’ultimo esempio di auto che esce dai soliti canoni automobilistici che ricordo è la Nissan Cube, pensata come una casa viaggiante più che un’automobile. Citroën C4 Cactus segue il medesimo filone. Lo stile è pulito, fluido e levigato ma reso originale da elementi grafici forti, a partire dalle luci a biplano, come le definiscono in Citroën, a tutto il set di protezioni, da quelle sui parafanghi ai geniali Airbump, per finire a mancorrenti sul tetto simili a binari ferroviari.

SPINOSA MA MORBIDA L’insieme delle proporzioni e delle protezioni trasmette una idea di auto forte, robusta, pronta a tutto. E gli Airbump, pronti alle peggiori prove cittadine lo sono davvero. Le loro capsule riempite di aria sono veri e propri cuscinetti morbidi pensati per affrontare la prova carrello del supermercato come per prendere a schiaffi senza farsi male i malefici paletti che si nascondono quando si aprono le portiere. Oppure, per prendersi la classica portierata nel posteggio senza fare un plissé. Sono geniali nella loro praticità, nella economicità di gestione (con buona pace dei carrozzieri) e rendono la Citroën C4 Cactus inconfondibile.

CASALINGA Anche all’interno lo stile non è convenzionale. L’ispirazione è casalinga con i due sedili anteriori che si uniscono in un divanetto Sofà se si sceglie l’opzione del cambio robotizzato. Sedili grandi, squadrati e adatti anche a taglie forti, disegnati ispirandosi a poltrone più che a sedili automobilistici, nel taglio come nella scelta dei tessuti. Pezzo forte dell’abitacolo è la plancia. Come per le portiere, lo stile è ispirato nei dettagli alla valigeria con maniglie morbide per le portiere e chiusure, fregi e finiture ispirati alle valigie per il cassetto portaoggetti. Che è un vero cassetto portaoggetti, ampio (8,5 litri), capace e accessibile grazie alla novità dell’Airbag In Roof, l’airbag per il passeggero che scende dal tetto per liberare spazio utile. Bella scelta di colori anche per l’interno, da scegliere Habana o nell’elegante Purple.

TABLET Sulla plancia lineare e pulita, con belle bocchette di climatizzazione a satellite (solo tre, due al centro e una a sinistra), si infilano due schermi sottili da tablet. Uno è davanti al pilota e riporta giusto le indicazioni del tachimetro, delle spie di emergenza e del cruise control/limitatore di velocità. E, al centro della plancia, c’è il Touch Pad da 7 pollici che sovrintende a tutti i controlli di bordo, dalla climatizzazione al navigatore, dal computer di bordo al setup della Citroën C4 Cactus. Gli unici, sei pulsanti in fila indiana sotto lo schermo si affiancano al pomello del volume e sono destinati a funzioni da attivare al volo, dalle luci di emergenza al blocco/sblocco delle portiere. La Cactus è un’auto semplice che offre quello che serve a chi vive l’auto come un elettrodomestico, a chi non guarda mai il contagiri ma è attento a scegliere non un frigo qualsiasi ma un frigo che stia bene in cucina.

LEGGERA Semplice, funzionale e leggera, quasi uno stile di vita. La Citroën C4 Cactus pesa circa 200 chilogrammi in meno rispetto alla corrispondente C4, dichiarano in Citroën. Mica bruscolini. Merito dei vetri posteriori a compasso (-25kg), dell’uso di alluminio per il cofano e di acciai altoresistenziali per la scocca, dei sedili posteriori a divano indivisibile e del tetto in cristallo (ad alta protezione termica per evitare l’uso di tendine parasole) che, oltre ad aumentare lo spazio in altezza e la luce nell’abitacolo, diminuisce anche il peso. A diminuire il peso c’è anche il sistema Magic Wash, con gli ugelli del lavavetro montati direttamente sulle spazzole (soluzione già vista anni fa), che, diminuendo la necessità di liquido, riduce le dimensioni del suo serbatoio. Sulla bilancia la C4 Cactus senza liquidi e senza conducente riesce a contenere il peso sotto la tonnellata nelle versioni a benzina (945kg), che è un gran bel risultato per un’auto lunga 416 centimetri, per superare di poco la soglia (1.070kg) con la versione più pesante a gasolio. Che è sempre un bel risultato, considerando che la C4 Cactus nasce sulla piattaforma della Citroën C3.

PURE O BLUE? Cinque sono le motorizzazioni disponibili al lancio. A iniezione diretta di benzina la C4 Cactus offre la nuova famiglia Puretech del gruppo PSA, un tre cilindri 1.2 disponibile in tre declinazioni di potenza. Due sono aspirate Euro 5 con 75 e 82 cavalli ed entrambe con 118Nm a 2.750 giri. La terza declinazione è il gioiello di famiglia, Euro 6 sovralimentata con 110 cavalli e 250Nm a 1500 giri. Sono abbinate al cambio manuale a cinque marce o, soltanto per il PureTech 82cv, anche alla sua versione robotizzata. A gasolio le alternative sono due millesei, l’eHDi Euro 5 da 90 cavalli abbinato al cambio sei marce robotizzato e il BlueTech HDi Euro 6 da 100 cavalli e 3,4 l/100 km nel ciclo combinato. La coppia massima è rispettivamente 230 e 254 Nm a 1.750 giri.

ECONOMICA? Se pensate che il colore di serie sia il bianco vi sbagliate. È il rosso, con gli Airbump neri. A fronte di alcune soluzioni al risparmio, di peso e di costo, Citroën C4 Cactus non è così economica. Il prezzo di partenza per una Cactus Puretech 75cv Live è interessante, 14.950 euro, ma le manca il climatizzatore (900 euro), anche se però porta in dote comandi al volante, Touch Pad 7”, regolatore e limitatore velocità, radio con 2 altoparlanti e due tweeter con USB e AUX, hill assist, luci diurne LED e dotazione di sicurezza attiva e passiva completa. E se volete gli AirBump non neri costano 200 euro per tutte le Cactus, il colore non rosso altri 300/600/800 euro a seconda che scegliate un colore pastello, metallizzato o perlato. Il tetto in vetro non è di serie, non è disponibile per Cactus Live e per le altre Cactus alleggerisce il peso ma anche il portafogli di ulteriori 600 euro.

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AL TOP Per 1500 euro l’allestimento Feel aggiunge climatizzatore manuale, barre sul tetto, Bluetooth, sedile guida regolabile in altezza e volante in pelle. L’allestimento Shine è quello completo di sensori luci, pioggia e posteggio, cerchi in lega da 16”, climatizzatore automatico, fendinebbia, navigatore, telecamera posteriore, vetri posteriori scuri e 2 prese USB. Ma è disponibile a partire dal PureTech 82cv e quindi si passa a 18.450 euro. In aiuto al prezzo vengono gli allestimenti disponibili al lancio Feel Edition e Shine Edition in combinazioni particolari di colori a prezzo ridotto che, al medesimo prezzo di Feel e Shine, includono i cerchi in lega (16” o 17” rispettivamente) e i fendinebbia per Feel. Considerando i due motori Euro 6, per una C4 Cactus PureTech 110cv Shine si spendono 19.950 euro, per una C4 Cactus BlueTech 100cv si arriva a 21.500 euro. Colori e tetto esclusi.

COME VA Non soltanto è originale la Citroën C4 Cactus, è anche simpatica. Ha linee morbide, non ha la faccia aggressiva, non ha linee spigolose e taglienti, non ha luci allungate che invadono le fiancate, non manifesta aggressività. Anzi, è un’auto morbida nello stile e anche al tatto con i suoi Airbump. È divertente, si presta a essere tante Cactus a seconda delle combinazioni di colore che si scelgono. Bianca e cioccolato, un classico che non stanca, rossa o gialla con le protezioni nere, per gli estrosi, per quelli che osano fino in fondo, grigio scuro con le protezioni grigie diventa maschile ma con un tocco dandy. E via così. È originale ma senza avere la palla rossa sul naso.

FATTE ER SOFA’ Anche l’interno è accogliente, è semplice ma raffinato nei tessuti e nei dettagli strappati alle valigie di un tempo. Su quei sediloni domestici viene voglia di sedersi anche se fanno felici più le taglie forti che i magri. Sono comodi, più profilati e capaci di contenere in curva più di quanto sembri, ma i magri tendono un poco a infossarsi con le schiena. Anche io che sono magro e tengo sempre la regolazione lombare al minimo, sulla Citroën C4 Cactus vorrei avere la possibilità di regolare il sostegno ai miei lombi.

VALIGIONA Lo spazio a bordo non manca di certo, nelle sedute come in altezza anche per taglie XXL. Pure ai posti posteriori la mia classica prova quintale, con l’amico da 190cm per 105kg, è superata a pieni voti. Il tetto in cristallo poi, porta luce e sensazione di spazio anche per i più alti. Lo spazio non manca anche per le piccole cose che si tengono nell’abitacolo grazie al bel cassettone valigiato sulla plancia, a tasche grandi nelle portiere (mettete una gommina sul fondo, così eviterete il continuo sciabordio in marcia di quanto vi poserete) e dei vanetti sul tunnel centrale (idem come tasche portiere). Il bagagliaio da 358 litri si sviluppa bene in altezza, è regolare e grande ma se pensate di allargarlo soltanto in parte conservando uno o due posti posteriori dimenticatevelo, il divano posteriore non è frazionabile. Con due soli posti la Cactus fagocita 1.170 litri di bagagli.

TOUCHZ ZZZ Z ZZZ La semplicità si fa apprezzare, anche se spesso vado a cercare un contagiri che non c’è (metterlo come optional nei settaggi avanzati, no? Tanto gli strumenti sono uno schermo LCD pronto ad accogliere virtualmente qualsiasi skin o configurazione grafica). Ma non importa, il contagiri non è uno strumento fondamentale, anche per me. Preferisco la semplicità della Cactus e cedo volentieri un contagiri in cambio. Anche il tablet infilato al centro della plancia è pratico e comodo, anche per regolare la temperatura del climatizzatore. È soltanto lento, nell’avviarsi e nel passare da una funzione all’altra. Anche la qualità dello schermo è economica (non è capacitivo) e il tocco non è così preciso. Queste economie, a fronte del fatto che questo schermo è l’unica interfaccia per parlare con i sistemi di bordo e considerando il prezzo di Cactus, non ci stanno. Peccato.

MORBIDONA FUORI E DENTRO La Citroën C4 Cactus è economica in alcuni dettagli ma non è economica nel comfort. È piuttosto silenziosa anche a velocità autostradali e ha sospensioni morbide, molto confortevoli anche nel superare i mille dossi di cui è disseminata la zona intorno ad Amsterdam, dove si è svolta la prima prova su strada. Morbidezza che si riflette su un beccheggio in frenata e in accelerazione a cui non si è più abituati, che fa molto Citroën di un tempo. Ma Cactus non è auto da smanettoni. E, comunque, si comporta bene anche quando la metto alla prova nell’unico tratto di strada mista, con curve e controcurve, con un fondo non perfetto e pendenze su contropendenze. Si guida bene, è facile inserirla in curva e tenere morbidamente la traiettoria senza correzioni. È più precisa e sportiva di quanto sembri ad andature cittadine, merito anche del suo peso contenuto.

UNA SCELTA PURE La scelta dei motori può creare qualche imbarazzo poiché la differenza tra benzina e diesel è ormai limitata nelle prestazioni e nei consumi, più importante soltanto nel prezzo. Merito dei nuovi motori a benzina PureTech che offrono l’elasticità ai bassi regimi vicina a quella degli ottimi HDi a gasolio con valori di coppia massima quasi uguali, con consumi davvero vicini ma con quasi duemila giri in più di allungo dei motori a benzina. Non piace a tutti il frullare dei motori a tre cilindri ma, in cambio, i PureTech non hanno le vibrazioni, seppur limitate per gli HDi, dei motori a gasolio. In compenso la differenza di prezzo è ancora importante, 1.550 euro tra la Cactus PureTech 110cv e la Cactus BlueTech 100cv, ovvero circa 18.000 chilometri gratis considerando un consumo medio di benzina di 5 l/100 km. Da pensarci.

WE’RE THE ROBOTS Il cambio robotizzato di famiglia è nato vecchio e tale morirà. Speriamo che accada presto e che PSA si doti di un cambio automatico/robotizzato che renda la vita facile a chi sta al volante. I cambi marcia sono pericolosamente lenti soprattutto nelle marce più corte, con il rischio di farsi tamponare da chi segue alla partenza al semaforo. Per essere minimamente apprezzato ha bisogno di un buon periodo di apprendistato e di una certa abilità del pilota nel giocare con il pedale dell’acceleratore e/o le palette al volante per ottenere cambiate quasi rapide e quando desiderato. Forse da fan dei cambi automatici da sempre lo comprerei comunque, sapendo che dovrei fare la mia parte per renderlo utilizzabile. Oltre alle sue performance mi frenerebbe alla scelta il fatto che è abbinato a motori che non sceglierei (costa 850 euro). Mi spingerebbe, invece, il fatto che è l’unica possibilità per avere il magnifico sedile anteriore Sofà a divanetto, geniale e confortevole con il bracciolo comodo come quello del divano di casa, morbido e alla giusta altezza al contrario di quello in plastica nera troppo alto della versione a due sedili.


Pubblicato da M.A. Corniche, 22/07/2014
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