Il double chevron sbarca nel settore delle Suv e crossover compatte con la Citroën C4 Aircross. Confezionata sulla base della Mitsubishi ASX, è disponibile con trazione anteriore o integrale. I prezzi partono da 23.200 euro.
LA STRANA COPPIA Quella messa assieme a suo tempo da Citroën (o meglio dal Gruppo PSA) e Mitsubishi sembrava a prima vista una coppia senza grande avvenire, assortita in modo un po’ curioso. La relazione è invece arrivata sino a oggi e pare andare ancora a gonfie vele, visto che in questo periodo debutta in società quella che si può considerare la terzogenita della famiglia, la Citroën C4 Aircross, che segue la C-Crosser e la C-Zero.
CON I PIEDI DI PIOMBO Per buttarsi nella mischia delle Suv e delle crossover compatte, quello del double chevron hanno infatti pensato bene di sfruttare una base collaudata e valida come quella della Mitsubishi ASX. L’alternativa sarebbe stata imbarcarsi in un progetto nuovo di zecca, che avrebbe richiesto tempi biblici e grossi investimenti: una prospettiva quindi poco allettante in un’epoca di crisi come questa.
CHE SAGOMA!Il fatto di nascere da una costola della Mitsubishi ASX non vuol dire comunque che la Citroën C4 Aircross non abbia una sua precisa identità. La parentela stretta si nota chiaramente a livello della sagoma (lunghezza, larghezza e altezza praticamente coincidono e sono rispettivamente di 434, 180 e 163 cm, con un passo di 267 cm) e della vsita laterale. La fiancata ripropone infatti il taglio un po’ a cuneo visto sulla ASX, assieme alla nervatura che corre nella zona delle maniglie, mentre il montante posteriore intona una voce fuori dal coro, parzialmente rivestito dal cristallo.
UNA FACCIA, UNA RAZZADove la Citroën C4 Aircross esprime invece tutta la sua personalità è nel muso, che ripropone tutti i tratti tipici delle ultime proposte della Casa francese. Ci sono dunque per esempio i baffi cromati che danno slancio al logo, trovando poi continuità in fari dalla forma piuttosto elaborata, e ci sono anche le file di Led piazzate in verticale ai lati del fascione a mo’ di fossette. C’è quanto basta, insomma, per rendere la Citroën C4 Aircross riconoscibile a prima vista come una Citroën Doc. Il family feeling emerge pure sul lato B, complici luci di coda che ricordano il disegno di quelle della C4.
QUESTIONE DI DETTAGLI Anche all’interno la Citroën C4 Aircross cerca di darsi un tono e di distinguersi dalla sua sorella con gli occhi a mandorla, puntando su dettagli di pregio e su elementi cromati. Questi particolari impreziosiscono la plancia, già di suo realizzata con cura e precisione, oltre che con materiali nel complesso di buona qualità. Lo stile è piacevole, senza troppi grilli per la testa, con forme che mettono in primo piano la praticità. Tutto è posizionato là dove ci si aspetta che sia e qua e là non mancano utili vani portaoggetti. Per caricare il resto dei bagagli c’è invece un vano da 442 litri, che può essere eventualmente ampliato ribaltando (anche frazionatamente) lo schienale del divano, che è anche regolabile nell’inclinazione su due posizioni.
ALLA FRANCESE Sotto la pelle, lo schema delle sospensioni resta quello noto della ASX, ovvero con una soluzione pseudo McPherson all’anteriore e un retrotreno multilink. In Francia tengono tuttavia a precisare che la taratura dell’assetto è specifica, così come quella anche dello sterzo, per avvicinarsi il più possibile ai gusti della clientela del marchio. In parole povere, il set up è un po’ più morbido, per dare un’idea di maggior consistenza nella guida. Per lo stesso motivo aumenta anche la quantità di materiale fonoassorbenete tra l’abitacolo e il vano motore, oltre che nelle porte.
INCOMINCIA DA TRE Quanto alla gamma, la Citroën C4 Aircross è proposta sul mercato italiano con tre motori. Quello d’accesso, destinato però a fare da fanalino di coda nelle vendite, è un 1.600 a benzina da 115 cv, abbinato a un cambio manuale a cinque marce e alla sola trazione anteriore. Il candidato best-seller è un altro 1.600, il turbodiesel HDi, sempre da 115 cv, ma molti ordini potrebbero confluire anche sull’altra unità a gasolio, un 1.800 da 150 cv. Per tutti c’è di serie il sistema Stop&Start.
A’ LA CARTEEntrambi i diesel hanno come spalla un cambio manuale a sei marce e possono fare coppia indifferentemente con la trazione anteriore o con quella integrale. Quest’ultima prevede tre modalità di funzionamento, selezionabili attraverso una manopola nella zona del cambio. Per un impiego stradale su fondo asciutto va benone la posizione 2WD, che scarica la coppia sulle sole ruote anteriori. Queste ultime restano privilegiate nella ripartizione della forza motrice anche se s’imposta 4WD, che è però pronta a inviare fino al 50% della coppia alle ruote posteriori, se sono queste ad avere il miglior grip, il tutto senza che il pilota debba fare nulla. La terza alternativa è Lock, che, a dispetto del nome, non blocca molto, ma convoglia una percentuale maggiore di coppia alle ruote posteriori, fino anche al 70% per aiutare a superare gli ostacoli più impegnativi.
IN MEDIO STAT VIRTUS E tre sono anche i livelli di allestimento previsti: Attraction, Seduction e Exclusive, dal base a quello più lussuoso. Il cuore della gamma dovrebbe essere rappresentato dalla Citroën C4 Aircross 1.6 HDi Seduction, offerta a 27.000 euro con trazione anteriore e a 29.000 con trazione integrale. Per il resto, il listino si apre a quota 23.200 con la Citroën C4 Aircross 1.6 Attraction per arrivare ai 33.000 euro della 1.8 HDi Exclusive 4WD. Giusto per orientarsi, la trazione integrale, costa 2.000 euro più di quella anteriore, mentre il salto dall’allestimento Attraction a Seduction costa 1.800 euro e quello da Seduction a Exclusive 2.000 euro.
BELVEDERE Il posto di guida della Citroën C4 Aircross accoglie il pilota con un sedile piuttosto altino. La sistemazione panoramica non è il massimo per chi ama posture sportive ma alla fine dei conti porta con sé più benefici che altro. Dal belvedere dietro il volante si domina la strada senza che comunque ci si senta appollaiati come il giudice di sedia del tennis. Per il resto il volante si regola bene in altezza e in profondità, mentre lo schienale si muove a scatti, peccato comunque veniale. I passeggeri non hanno a loro volta di che lamentarsi. Lo spazio disponibile è buono, specie in rapporto agli ingombri della carrozzeria.
ALTI E BASSI Muovendo i primi passi su strada, la Citroën C4 Aircross regala un’impressione di buona maneggevolezza, complice soprattutto il ridotto diametro di sterzata, che, assieme agli ingombri ragionevoli, la rende pratica anche in città. La scheda tecnica parla di 10,6 metri e alla prova dei fatti si riesce a infilare il muso senza fatica anche nelle svolte più strette. Con il salire della velocità il volante mostra di avere una zona un po’ spugnosa ai piccoli angoli di sterzata e una volta in curva non brilla per sportività. Sull’altro piatto della bilancia finiscono invece la positiva assenza di fastidiose reazioni e la giusta progressività, che lo rende consistente in velocità.
FACTOTUM Consistente è tra l’altro un aggettivo che calza alla Citroën C4 Aircross nel suo complesso. In ogni frangente la tuttofare nippo-francese dà l’idea di essere un’auto di sostanza, capace di filtrare bene le buche e di muoversi con una certa autorevolezza anche tra le curve. Chiaramente non bisogna chiederle di sgusciare nel misto stretto come una campionessa di slalom speciale, perché la stazza è comunque rilevante, ma anche quando la si butta in traiettoria senza troppi riguardi, la carrozzeria non ciondola a destra e a manca come un giocatore del Subbuteo. Il suo habitat ideale sono le strade statali e il misto veloce, meglio se affrontati al trotto piuttosto che al galoppo.
GLOBETROTTER Anche in autostrada la Citroën C4 Aircross non si sente affatto un pesce fuor d’acqua: anche a velocità da ritiro immediato della patente viaggia dritta come un fuso, assicurando un buon comfort e dimostrandosi pronta a vestire anche i panni della giramondo. A turbare la quiete dei timpani ci sono solo leggeri fruscii aerodinamici, mentre i motori sono tutto sommato ben isolati. Nel complesso, quello che ha la voce più tonante è il 1.800 da 150 cv, che si fa comunque perdonare sfoggiando un buon brio già prima dei 2.000 giri e allungando poi il passo con una certa disinvoltura. Come spesso accade con i turbodiesel anche di ultima generazione, il suo cavallo di battaglia sono i regimi intermedi, ai quali offre una bella spinta, ma all’occorrenza spinge la lancetta del contagiri fino alla zona rossa senza perdere tanto smalto.
IL PREDESTINATO Gira e rigira, c’è poco da stupirsi che i vertici della Casa indichino come sicuro best-seller il 1.600 HDi da 115 cv, che, nelle sue varie declinazioni, fa da prezzemolo nel listino Citroën e non solo. Rispetto al fratello maggiore è un po’ meno vivace su tutta la curva d’erogazione ma per lamentarsi bisognerebbe avere una bella faccia tosta. La sua progressione è infatti costante e a qualsiasi numero di giri è in grado di dare risposte all’altezza della situazione, con consumi che si attestano attorno ai 16 km/litro anche quando si guida con il piede pesantino. A fare da denominatore comune ai due turbodiesel c’è un cambio che non si dimostra un mostro di precisione e manovrabilità, con innesti un po’ contrastati e legnosetti, specie a freddo.