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Prova su strada

Bmw Z3 roadster my 1999


Avatar Redazionale, il 01/08/01

23 anni fa -

Sempre più aggressiva e affascinante, la nuova Z3 conferma la sua spiccata personalità nella nicchia delle roadster, dove la sua principale rivale è la Mercedes SLK. Forte di un design emozionale e ora più equilibrato e di un’ampia gamma di motorizzazioni, con la novità della versione 2 litri sei cilindri, si conferma la proposta più completa del segmento. Attenzione però, è arrivata anche l’Audi TT roadster…

LA NOVITA’ Prima auto non inglese usata da James Bond in uno dei suoi numerosi episodi, la BMW Z3 ha rappresentato per la Casa di Monaco un glorioso ritorno al mondo delle scoperte per eccellenza, le roadster. Scoperte che offrono per il loro abitacolo due posti, facilità di conversione da aperta a chiusa e per le dimensioni contenute entro i quattro metri di lunghezza.

A ciò devono aggiungersi ancora due elementi, il design e il blasone. Fattori che, nel caso della spider BMW, hanno rappresentato una delle ragioni del successo del modello Z3. In tre anni nel nostro paese sono state consegnate poco meno di 8000 “Z3”, una media di oltre 2500 vetture l’anno. Non poche, tanto da assestare la spider tedesca al secondo posto nella hit parade della roadster più vendute in Italia.

IL RESTYLING a cui la Z3 è stata sottoposta ha interessato soprattutto la parte posteriore, quella che, pur piacevole non aveva la grinta del frontale inconfondibile. Il paraurti è ora di maggiori dimensioni e più bombato, in linea con l’allargamento di carreggiata del retrotreno, in precedenza prerogativa solo delle due versioni a sei cilindri di 2.8 e 3.2 litri. Anche i parafanghi, in virtù della nuova carreggiata, diventano più muscolosi con una bella sensazione di potenza per chi guarda la Z3. I fanali posteriori, forse troppo semplici per la Z3, acquistano ora la forma a “L” tipica delle BMW.

L’EQUILIBRIO Un intervento di cui si sentiva il bisogno fin dall’inizio che rende la Z3 più equilibrata nelle dimensioni e ben proporzionata, in particolare nei volumi con il lungo muso ben raccordato ora al nuovo posteriore. La viste migliori restano sempre quella laterale piena e quella di tre quarti anteriore, con le mitiche prese d’aria laterali a branchia bene in vista. I paracolpi avvolgenti e i generosi pneumatici con camber visibilmente negativo per incrementare la tenuta laterale del retrotreno, offrono l’impatto di un’auto ancora più aggressiva e potente.

MOTORSPORT Nulla di nuovo per gli amanti della versione “M”, ovvero della 3.2 litri da 321 CV: lo stile non cambia, se non per la forma dei fanali posteriori. Questo perché le geometrie del telaio e delle sospensioni erano state già adattate per ospitare il potente sei cilindri di 3.2 litri. Il frontale si distingue però dalle versioni meno spinte, con prese d’aria più generose e due baffi aerodinamici pronunciati ai lati dello spoiler anteriore. Oltre alla M 3.2, la Z3 è disponibile con tre motori meno spinti: 1.9 da 118 CV, 2.0 da 150CV e 2.8 da 193 CV.

INTERNI RIVISTI Sostanzialmente invariati, gli interni della Z3 sono stati impreziositi e resi più confortevoli. Alcuni dettagli, come Il volante sportivo “M” in pelle, le cornici cromate degli strumenti, e un inedito orologio digitale rendono più prezioso lo stile. Dal prossimo autunno sarà disponibile un nuovo volante più piccolo con corona della stessa tinta del colore dei sedili, mentre l’orologio è sostituibile con la versione analogica, più intonato con lo stile della Z3. Anche la consolle centrale ospita bordi cromati sui comandi della climatizzazione. Nuova la profilatura dei sedili, il rivestimento della capote (elettrica, di serie su tutte le versioni) e l’abbinamento dei colori. Il risultato finale è apprezzabile, gli interni della Z3 appaiono più accoglienti e confortevoli della serie precedente, giustificando il prezzo di acquisto, non certo popolare.

AL VOLANTE Il posto guida appare ben congegnato, con regolazioni complete della poltrona e comandi disposti con attenzione, tenuto conto che l’abitacolo di una spider non è quello di una comune vettura e dunque lo spazio a disposizione implica sovente scelte che appaiono poco razionali all’apparenza ma sono molto funzionali nella pratica. Nessuna novità per quanto riguarda gli organi meccanici secondari, ovvero sterzo, freni e cambio.

DUEMILA Poteva sembrare inutile una motorizzazione di due litri da 150 CV in luogo delle precedente unità di 1.9 litri da 140 CV ma così non è. Anzi, la differenza a vantaggio della prima c’è e si sente tutta. Innanzitutto perché il motore in questione è un sei cilindri in linea con doppio variatore di fase, poi perché questo motore è considerato da anni uno dei migliori del suo segmento (se non il migliore), dimostrando una versatilità d’uso che il pur valido quattro cilindri bialbero di 1.9 litri non poteva vantare. La Z3 2.0 ne guadagna in fluidità di marcia, in regolarità di funzionamento a tutti i regimi e conseguentemente in comfort di guida.

SEI CILINDRI L’elasticità di un motore a sei cilindri è prerogativa che solo un altro propulsore con la medesima architettura, cioè un sei in linea, può superare ovviamente salendo di cilindrata per aumentare la disponibilità di coppia motrice. Sulla Z3 2 litri non manca nulla, poiché quando si preme sull’acceleratore la risposta del motore è progressiva e non fa rimpiangere cilindrate superiori. Il sistema di fasatura variabile delle valvole, il doppio Vanos, contribuisce a fornire al motore la corposità per riprendere dal minimo con fluidità e di prendere i giri con decisione, con l’ausilio dei collettori di aspirazione a geometria variabile. C’è di più. Salendo di cubatura, per esempio avendo a disposizione la versione 2.8 litri, si scopre quanto possa essere noioso avere un motore più nervoso anche quando s’intende viaggiare in souplesse, quando si preferisce il vento nei capelli alla guida sportiva. La scelta più opportuna appare dunque quella della versione duemila, per vivere la spider da spider.

TREMILADUE Due parole in più si devono invece spendere per la versione 3.2 litri, al top della gamma Z3. A dispetto del look cattivo, sottolineato dai cerchi a cinque razze da 17 pollici e dai doppi scarichi cromati in acciaio, le forme della vettura si mantengono eleganti, acquisendo nel contempo il fascino dell’auto sportiva di razza. Sul piano prettamente dinamico la Z3 M stupisce come poche auto sanno fare. Il suo motore eroga 321 CV e dispone della coppia massima (38 kgm) a soli 3250 giri. Si tratta di numeri da capogiro se riferiti alla massa del veicolo, pari a 1350 kg, tanto da consentire alla spider di Monaco di coprire la prova 0-100 km/h in appena 5,3 secondi. Eppure la roadster mantiene un comportamento molto sincero anche nella guida al limite e offre limiti di tenuta da vera supercar, perfino sui fondi bagnati. E pensare che anni fa le vetture di Monaco passavano per essere temibili in presenza di fondi a scarsa aderenza. Chi lo pensa ancora farebbe bene a guidarne una in tali condizioni. Poi, risalito sulla propria auto, potrebbe percorrere il medesimo tratto di strada a parità di condizioni di fondo e di velocità, se ne ha il coraggio.

di Massimo Bruni
3 agosto 1999


Pubblicato da Redazione, 01/08/2001
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