Due settimane con l'ultima arrivata nel mondo delle M bavaresi, tra muscoli esibiti, cavalli in quantità e tetti che scompaiono.
BIANCO TAXI Arriva in redazione tutta bianca, interni rossi. Sarà anche il colore di moda per auto e moto sportive, forse perché non esiste colore migliore per mettere in evidenza come armi da guerrieri urbani la panoplia di sfregi e di bocche di ventilazione, forse perché anche il colore dei taxi va bene pur di differenziarsi, ma io rimango fedele alla dottrina dell'understatement. Quella per cui vado in giro con la M3 cabrio per piacer mio e non per piacer all'occhio tuo e quindi sceglierei un colore meno vistoso, magari scuro.
HA LE ALUCCE Il colore scuro nasconde meglio i tagli che consentono al tetto di scomporsi in tre pezzi come la donna segata dal prestigiatore e di riporsi nel bagagliaio. Bianca o scura, comunque, la M3 cabrio va sempre bene, concentrato della tecnologia BMW nella sua massima e migliore espressione. Ha anche il nuovo cambio DKG, il doppia frizione a sette marce con le sue belle alucce in alluminio dietro la corona del volante. Le manca solo la parola.
DA LEVRIERO A PUMA Quattrocentoventi cavalli, 400 Nm di coppia massima a 3900 giri a disposizione di 18 quintali abbondanti di peso a secco. La forza di Hulk nel tutù di una ballerina. E si sente, anche perché i muscoli la M3 li ha ben distribuiti, ha cilindri grossi e cervello fino. Al contrario di alcune sportive sfinenti, la M3 si lascia condurre al passo con la leggerezza di un levriero, con la potenza sempre disponibile appena si vuole trasformare il levriero in un puma a cui hanno schiacciato gli zebedei.
V8 CATARROSO Perfetta per l'uso quotidiano. A partire dall'accensione. Quando il V8 si sveglia è davvero seccato per essere stato molestato: ringhia, si stira e grugnisce con un rombo catarroso e un po' metallico. Ha un rumore bestiale, nel senso letterale del termine. Sembra un fumatore incallito che si schiarisce la gola al mattino dopo la nottata a far tardi alla ricerca delle carte giuste per portarsi a casa il piatto.
ZONA ROSSA Nei primi metri scalcia anche un po', fa capire che è freddo e che non ha voglia di farsi strapazzare subito, anche senza guardare il contagiri che, fino a quando il V8 non è caldo, abbassa la zona rossa poco sopra i 6000 giri. In fondo però ha un buon carattere e dopo poco, finito di stiracchiarsi, la potenza si fa sentire subito.
CINQUE PROGRAMMI Il cambio DKG è perfetto nell'uso manuale, con cambiate alla velocità del pensiero, meno vicino a un vero cambio automatico quando si decide di lasciar fare all'elettronica rispetto ad altri cambi a doppia frizione con tarature meno sportive, malgrado i cinque programmi disponibili. Con quello più soft si parte in seconda e con quello più sportivo le cambiate sono molto sportive nel regime di cambiata.
MEGLIO IL SECONDO Selezionando il secondo livello, quello scelto di default dal sistema, si ottiene un buon compromesso per la guida di tutti i giorni, anche se la guida in automatico non è il pezzo forte del cambio DKG M della M3, pensato più per le staccate levarespiro in fondo al rettilineo di Monza che per la rampa dell'Ipercoop, con qualche indecisione e qualche cambiata meno dolce di un normale cambio automatico e di alcuni cambi robotizzati meno sportivi. Tant'è, la M3 e il suo cambio sanno farsi perdonare qualche cambiata maldestra.
MAI UN URLO Il motore è il pezzo forte, con tanta spinta a tutti i regimi, capace di reggere la settima a regimi vicini al minimo nel traffico a passeggio e di scatenarsi con tutta la cavalleria, magari scalando al volo un paio di marce se si vuole passare dalla quiete alla tempesta con la rapidità di un temporale estivo. Il rombo, risveglio a parte, è sempre fin troppo educato per una sportiva di M, anche quando il V8 sale di giri e tira fuori il meglio di sé. Caratteristica piacevole per l'uso tutti-i-giorni della M3, ma un po' di rumore in più non guasterebbe.
SEMPRE EDUCATA Il comfort sorprende, oltre che perla rumorosità che, motore a parte, è sempre contenuta malgrado le ruote larghe e basse nella spalla come infradito e il tetto scomponibile. Anche il binomio ruote da 18 pollici calzate 245/40 all'anteriore e 265/40 al posteriore e assetto sportivo non guasta il viaggio né acutizza sopiti dolori vertebrali, ma si presta a lunghi viaggi in pieno comfort, pure se in pochi secondi si lascia che la M3 ripieghi il suo tetto nel bagagliaio e ci si lasci proteggere soltanto da un guscio aerodinamico, ottimo anche a velocità che in Italia sono fuori Codice.
BAGAGLINI Con il vento nei capelli, però, si fa il conto con i bagagli, che trovano ridotto lo spazio a disposizione di 210 litri (sono 350 litri a capote chiusa). I consumi, se si sfruttano la docilità del V8 e le sette marce del suo cambio, non sono nemmeno spaventosi per una supersportiva, con 7/8 km/litro come percorrenza media su un percorso quotidiano misto città/autostrada.