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Audi A3 Sportback 2.0 Tdi


Avatar Redazionale, il 22/09/05

19 anni fa - Tremila chilometri con la piccola da famiglia.

Tremila chilometri con la station più piccola della Casa tedesca. Un viaggio alla scoperta delle qualità del due litri a gasolio tedesco. Senza trascurare gli aspetti pratici.

SEMPRE IN PISTA Chi va in moto lo sa: ai semafori solo alcuni ci provano, sempre. Si affiancano e non ti mollano più fino al semaforo successivo. Tu acceleri per mettere un po' di spazio tra la tua moto (o scooter) e loro ma non riesci a schiodarteli dal sedere, pronti a superarti anche a pochi metri dal rosso. Sempre in gara col mondo. Bene, sei su dieci di questi sono alla guida di un'Audi TDI, di qualsiasi taglia; degli altri, due sono in Golf e il restante in Bmw o Volvo. Scherziamo, ma la realtà non è poi così diversa. La spiegazione in parte rimanda a Freud, in parte ha origini più pratiche. 

PROVARE PER CREDERE

Lo si capisce meglio quando ci si mette al volante di un'Audi turbodiesel, come è capitato a noi con l'arrivo di una A3 Sportback 2.0 TDI in redazione. Il turbodiesel tedesco è infatti una istigazione alla competizione, a premere sul pedale destro e non staccare fino al semaforo successivo. Un gioiellino che ha pochi rivali quanto a prontezza, prestazioni e consumi. E' lui in gran parte il responsabile di tutto. Basta un tocco e scatta. Sale di giri in modo così progressivo che bisogna fare un discreto sforzo di testa per non farsi coinvolgere.

SEMPRE ALL'ERTA In città è facile trovarsi a velocità da irresponsabili senza volerlo, e in autostrada è meglio impostare la velocità con il regolatore e assuefarsi all'idea che di più non si può. In sesta riprende anche a 1300 giri, a 2.000 si è già a 100 km/h e basta poco per salire a velocità proibite: a 3.000 giri sono già 170 i km/h raggiunti, con il ritiro patente dietro l'angolo.

QUASI ASTEMIA

L'habitat ideale della A3 Sportback TDI sono i percorsi montani, tutte curve e riprese improvvise, anche se l'assetto, un po' troppo morbido per il nome che porta; non invita a esagerare, soprattutto se ci sono ospiti a bordo. In autostrada invece sapere di poter disporre di una ripresa che toglie sempre dai pasticci rende la guida molto più tranquilla. La progressione è dolce ma intensa, senza strappi e senza sforzi. E i 140 cavalli disponibili bastano e avanzano per una compatta da famiglia. Con in più la soddisfazione di vedere poco il benzinaio (ogni 600 km circa) grazie a una media dei consumi misurati sul campo di 15 km/litro. Considerati i prezzi raggiunti dal gasolio c'è di che rimanere soddisfatti.

POCO TRASPARENTE

Quanto alla linea, la A3 Sportback trasmette subito solidità ed eleganza. Non è di quelle da far girare la testa quando passa per strada, soprattutto vista di lato, con una parte finale appesantita da una coda funzionale ma che toglie snellezza al bel vestito della tre porte. La linea di cintura, già alta nella A3 normale, si allunga ulteriormente verso l'alto e riduce molto la superficie vetrata del terzo finestrino, offrendo a chi la osserva una quantità di lamiera da panzer stradale. Ma come vedremo è un compromesso che si accetta volentieri.

COMPATTONA

Solo la mega calandra del nuovo corso Audi stona un pochino con la sobrietà e l'understatement della A3, e con le sue misure compatte. L'unico vantaggio è che in autostrada deve fare una certa impressione vederla nello specchietto, e chi ci precede quasi sempre è disposto a concedere strada senza troppi problemi. Quanto alle dimensioni, non è poi così piccola come sembra a prima vista. 429 centimetri sono una misura rispettabile, e il passo di 258 cm è la garanzia di una comodità interna rispettabile.

SCARPE GROSSE

All'interno infatti in quattro si viaggia comodi, con il giusto spazio per le gambe anche per chi sta dietro. Più problematico ospitare nel divanetto posteriore tre adulti: i sedili sono comodi e avvolgenti ma non larghissimi. In compenso la seduta è lunga e confortevole. Più che una sportiva è una station comoda ed elegante, con i sedili in alcantara, belle plastiche, volante in pelle, inserti in alluminio e legno pregiato che offrono un tocco da vettura di classe. Valori che si sommano a un comfort adeguato al ceto, circondati dal silenzio fino a che si rimane nei limiti del Codice, per poi tradire un rumore di rotolamento (monta gomme da 17") che si fa via via più intenso. Unico vero difetto, una visibilità laterale compromessa dalla ridotta superficie vetrata e dagli spessi montanti laterali, che richiede molta attenzione negli incroci.

ORDINATA

La vera sorpresa però è lo spazio a disposizione nel bagagliaio: fondo, largo, anche se con un bordo molto alto che non facilita le operazioni di carico. Sono 370 i litri disponibili in posizione normale (1.120 con i sedili posteriori abbattuti), sufficienti a ospitare senza problemi borse (meglio) e valige di media dimensione in quantità adeguata a un trasferimento vacanziero. Retine (anteriore e nel bagagliaio), vasche varie e cassettino sotto il sedile guida o vanetto nell'appoggiabraccia centrale aiutano a sistemare i piccoli oggetti vaganti lasciando sempre ordinato l'abitacolo.

TUTTO AUTOMATICO

Molte le comodità tecniche disponibili in aiuto di chi guida, tra cui i sensori di pioggia (molto efficaci e utili in questo agosto piovoso) e il regolatore di velocità, che si sommano alla notevole dotazione di sicurezza, a iniziare dagli airbag a doppio stadio per chi viaggia davanti e quelli laterali e per la testa, ai vari ESP (controllo di stabilità), EDS (dispositivo antislittamento in partenza) e ASR (controllo di trazione). Ottimo il sistema frenante, sempre pronto ed efficace.

Pubblicato da Gilberto Milano, 22/09/2005
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