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La Peugeot 208 1.2 VTi è molto più di una semplice cittadina modello. Esce a testa alta da una prova di migliaia di chilometri, sfoggiando un equilibrio invidiabile
A DURA PROVA A ripensarci mi viene ancora da sorridere. Riesco a conquistarmi coi denti la prova della Maserati Quattroporte in quel della Costa Azzurra, oltre 500 cv di libidine, e mi devo presentare davanti al concierge dell'Hotel Mediterranee di Nizza con una Peugeot 208 1.2 VTi, per giunta a 3 cilindri? Maddai. Eppure, tant'è: partendo da Milano, tocca sciropparsi circa 700 km di autostrada con la Peugeottina che la Casa ha messo a disposizione della redazione per un semestre buono.
AH, PERO' Il mio turno di convivenza inizia con il piede sbagliato ma bastano pochi km per distendere l'espressione corrucciata del viso. Perché, un po' inaspettatamente, la Peugeot 208 fra le tre corsie sa essere gentile quasi come un'auto di categoria superiore. Tanto per cominciare, grazie al molleggio curato – la spalla alta dei pneumatici aiuta – che non rumoreggia troppo sulle buche più dure e non costringe nemmeno a frequenti visite dall'osteopata. La sensazione di sicurezza a velocità codice, insomma, rinfranca.
GIU' LA VOCE L'orecchio, oltretutto, non patisce i 130 km/h di crociera: di fruscii nemmeno l'ombra, i decibel provenienti da pneumatici e motore restano sotto la soglia di attenzione, pur con la lancetta del contagiri che staziona fissa, in autostrada, intorno a quota 3.000. Già, il cuoricino... Un 1.2 tricilindrico aspirato da 82 cv che pare un turbo, a tratti quasi brioso ai bassi. Perché poi, insistendo sul gas, vien fuori che di grinta ce n'è poca nell'alto dei regimi. Meglio passare al rapporto superiore seguendo i preziosi consigli dell'indicatore di cambiata. Peccato che il cambio, a sole 5 marce, sia la componente meno riuscita dell'oggetto: soffre di innesti imprecisi e di una manovrabilità della leva piuttosto contrastata.
CHIEDE POCO, MA PIACE Facendo i coscienziosi con l'acceleratore, anche i consumi ringraziano. Diciamo che, in un percorso suddiviso fra autostrada, extraurbano e traffico cittadino, non è raro vedere sul computer di bordo tra i 17 e i 18 km/litro. Insomma, se non siete dei veri e propri globetrotter, il diesel non serve. Se invece vi sentite particolarmente ispirati, sappiate che la 208 offre argomenti di un certo rilievo. Potete contare su sterzo pronto, cambiamenti di direzione svelti – il peso intorno ai 1.000 kg aiuta parecchio – e un retrotreno che segue le volontà di chi guida come un pastore tedesco il suo padrone. Non disdegnando una certa vivacità in rilascio, mai tale da impensierire. Neppure i neofiti.
PROVA BASTIONI Un giretto per le svogliate commissioni del sabato mattina (e svariati tragitti casa-lavoro) mi hanno poi permesso di confermare le già buone impressioni maturate sui lunghi tragitti, con una maneggevolezza cittadina di alto livello, così come la visibilità. Per un pacchetto complessivo che eccelle in una dote, particolarmente importante: l'equilibrio generale. Che la mettiate alle strette in montagna, in città o in autostrada, la 208 ne uscirà sempre a testa alta. Niente male. Certo, nessuno è perfetto. Quel volante al piano di sopra rispetto alla strumentazione, per esempio, non piace a tutti. Ma questa è un'altra storia, che vi raccontano i colleghi qui sotto…