QUANDO I DINOSAURI DOMINAVANO LA TERRA Le cifre sono sotto gli occhi di tutti, e del resto basta uscire in strada per rendersene conto: con ormai quasi il 50% del venduto, SUV e crossover stanno letteralmente facendo terra bruciata attorno a sé, conquistando quote di mercato a scapito di berline, station wagon e monovolume, che arrivano a poco più del 2% del totale (dati UNRAE autunno 2020). Guardando quelle di taglia maxi, come la Renault Espace, i dati sono ancora più impietosi, e si fermano allo 0,3% delle nuove immatricolazioni. Come restare competitivi in questo settore? Renault un’idea ce l’ha, ma funzionerà anche? Scopriamolo assieme, al volante di Espace 2.0 Blue dCi 200 Initiale Paris EDC 4Control.
Renault Espace Blue dCI 200 EDC Initiale Paris: visuale di 3/4 posteriore
DESIGN
Dopo aver rappresentato per trent’anni il paradigma delle monovolume enormi, per stile e capacità di ospitare comodamente persone e bagagli, la nuova Espace cerca di assecondare i gusti del pubblico sacrificando le sue storiche linee squadrate (e un po’ di spazio a bordo) in favore di forme più morbide e uno stile da crossover, sottolineato dalla maggiore altezza da terra. Obiettivo centrato in pieno: pur mantenendo ingombri importanti, l’auto ha una linea più equilibrata, proporzionata e moderna.
LE MISURE Con i suoi 4,86 m di lunghezza e 1,89 di larghezza, è comunque la Espace più grande di sempre, figlia di tempi in cui ogni generazione deve guadagnare centimetri rispetto alla precedente. La prima Espace, anno di grazia 1984, misurava “solo” 4,26 m, ed era larga poco meno di 1,78 m (tanto per fare un paragone, il SUV compatto Captur misura 4,23 m da paraurti a paraurti, ed è largo uguale). Anche per questo, le affollate e strette strade cittadine non sono quelle in cui si muove con maggior dimestichezza, a dispetto di ampie vetrature che permettono di percepire bene gli ingombri. Ho trovato molto utile, in particolare, i piccoli finestrini anteriori, specialmente nelle curve a sinistra. Le quattro ruote sterzanti del sistema 4Control aiutano tantissimo nei parcheggi, anche con l’Easy Park Assist: le posteriori si muovono in controfase rispetto a quelle anteriori, regalando alla Espace una discreta capacità di manovra in spazi piuttosto ridotti. Peccato per l’assenza della telecamera anteriore, o meglio ancora di quella a 360°, che aiuterebbe a valutare meglio i non indifferenti ingombri dell’auto.
INTERNI
Il problema principale del raccontare un’auto del genere è riuscire a mantenere il dono della sintesi a dispetto della lunghissima lista della dotazione di serie. L’allestimento Initiale Paris è il più ricco e lussuoso della Casa francese, e lo si percepisce in ogni dettaglio: tutti gli assemblaggi sono curati, non c’è uno scricchiolio neanche a cercarlo con il lanternino, e le finiture trasudano eleganza e raffinatezza. Mi piace un sacco il battitacco con la scritta Initiale Paris che accoglie chi sale a bordo, e sebbene non siano proprio il mio stile, ho apprezzato anche i pannelli porta con spesse imbottititure sottolineate dalla cucitura a rombi e le finiture simil-legno che corrono lungo la plancia. Tanti e ricercati i dettagli in alluminio e in nero lucido, che contribuiscono alla sensazione di entrare in un vero e proprio salotto su ruote. Ne sono conferma anche i sedili, ben imbottiti e con cuciture a contrasto rosse sulla pelle scura, con i poggiatesta regolabili nell’inclinazione e i fianchetti che trattengono bene in curva anche persone con una stazza imponente come la mia.
LA FIERA DELLA PIGRIZIA L’impostazione da crossover emerge anche quando ci si siede al posto di guida, molto rialzato, che permette di avere un’ottima visuale sulla strada. Le tante regolazioni (elettriche, e con memoria) permettono di trovare facilmente la posizione migliore; e sempre a proposito di lusso, ho apprezzato molto la funzione che fa arretrare automaticamente il sedile quando si spegne il motore, così da facilitare la discesa, per riportarlo nella posizione giusta quando si riaccende l’auto. Manco a dirlo, i due sedili anteriori sono dotati di riscaldamento, ventilazione e diverse modalità di massaggio. Una funzione che, nelle lunghe ore in autostrada per il test della Espace, ho sfruttato - e apprezzato - più di quanto mi sarei aspettato.
Renault Espace Blue dCI 200 EDC Initiale Paris: gli interni
TANTA LUCE L’abitacolo ha uno stile elegante ma semplice, con linee pulite e senza fronzoli, dominato dall’ampio schermo verticale a centro plancia da cui si controllano tutte le funzioni dell’auto e dell’infotainment. Notevole la sensazione di ariosità, grazie anche alle ampie vetrature e al tetto panoramico (privo però di tendina parasole). Piccolo e inclinato il volante, che si impugna bene. Tanti, forse troppi, i tasti sulle razze, che richiedono un po’ di abitudine per essere utilizzati “a memoria” senza distrazione, in particolare quelli per attivare gli ADAS. Tipicamente Renault, ma comunque un po’ ageé, il satellite dietro il volante per il controllo della riproduzione dei brani musicali.
SPAZIO PER I PASSEGGERI Anche con i sedili anteriori molto arretrati, chi sta seduto dietro dispone di ampio spazio per le gambe, un po’ meno sopra la testa. In compenso, per la gioia del quinto passeggero, la Espace ha un pavimento praticamente piatto. Il clima è “solo” bizona, ma gli occupanti della seconda fila dispongono di bocchette dell’aria nei montanti laterali e nel mobiletto del tunnel centrale.
INFOTAINMENT
Il display touch da 9,3” è molto grande e personalizzabile: la schermata principale può visualizzare fino a quattro diversi “moduli”, scegliendo tra musica, mappe, consumi, qualità dell’aria ecc. È sicuramente un sistema completo, ricco di funzioni (supporta anche Apple Carplay e Android Auto), ma non immediatamente intuitivo e un po’ lento nella risposta ai tocchi sullo schermo. Per riuscire a muovermi con una certa dimestichezza tra tutte le sue funzioni mi sono dovuto portare a casa il libretto di istruzioni, e dedicarci un’intera serata. Antipatica, specie se si va di fretta, la lentezza con cui si attivano i sensori di parcheggio e la telecamera posteriore all’avvio dell’auto. Pollice su invece per l’impianto Bose da dodici altoparlanti, con tanto di subwoofer nel bagagliaio: non una distorsione o un basso fuori luogo, neanche a volumi illegali.
Renault Espace Blue dCI 200 EDC Initiale Paris: il display dell'infotainment da 9,3
VITA A BORDO
Un’auto da famiglia dev’essere grande per poter ospitare comodamente tutti quanti, e da questo punto di vista Espace non delude affatto. Volendo, per 1.510 euro c’è anche in versione a sette posti. Deve avere un bagagliaio capiente, e i 660 litri con i sedili posteriori in uso sono a prova di vacanza (ma la prima Espace superava in scioltezza gli 800 litri). Per come la vedo io, però, un’auto da famiglia deve anche essere pratica, ricca di soluzioni che rendano più piacevole la vita a bordo. Qui, duole dirlo, Espace non mi ha convinto del tutto.
OCCHIO AL CASSETTO In generale, specialmente davanti, ci sono tanti spazi e vani portaoggetti, ma non li ho mai trovati davvero pratici o comodi: i portabicchieri sono stretti, e non ci sta neppure una bottiglietta da mezzo litro; la piastra per la ricarica wireless del telefono è in uno spazio sotto la console, e accedervi è macchinoso (e pericoloso mentre si guida). Il vano sotto il bracciolo è molto profondo e senza scomparti: anche in questo caso si deve faticare un po’ per recuperare le cose che ci si mettono dentro, specialmente se piccole (cavi per la ricarica, fazzoletti, telecomandi ecc.). Il cassetto davanti al passeggero è molto capiente, ma si apre - velocemente - in orizzontale: ricordatelo a chi si siede accanto a voi, onde evitare spiacevoli imprevisti alle ginocchia.
NIENTE TAVOLINI I passeggeri dietro possono beneficiare delle tendine arrotolabili ai finestrini, e se non altro questo evita di dover appiccicare al vetro gli orrendi pezzi di plastica con le ventose e i disegni dei personaggi dei cartoni animati. Mancano però i tavolini sugli schienali dei sedili anteriori, dove si trovano solo delle normali tasche: una mancanza che pesa, specialmente nei viaggi lunghi, specialmente se ti chiami Espace. Le tasche nelle portiere, ben rifinite e rivestite in tessuto, hanno uno spazio utile ridotto all’osso.
Renault Espace Blue dCI 200 EDC Initiale Paris: il capiente bagagliaio da 2101 litri
QUELLA RIBALTINA... Per quanto riguarda il bagagliaio, l’apertura elettrica e senza mani del portellone (infilando un piede sotto il paraurti posteriore) è indubbiamente comoda, ma non sempre funziona al primo colpo. Questione di abitudine, sicuramente. Di grande effetto il ribaltamento elettrico degli schienali dei sedili posteriori, che però vanno risollevati manualmente. Una volta abbassati il pavimento è piatto e senza scalini, e il volume utile è di 2.101 litri. Poco meno di una Seat Alhambra o di una Volkswagen Sharan, ma con molto più stile. E per chiudere con i riferimenti con il passato, nella prima Espace erano esattamente 3.000. Pratici i ganci in metallo per fissare il carico, un po’ meno il tendalino che non scorre a scatti, ma si arrotola in un solo movimento: con un bagagliaio così ampio, ci si deve allungare parecchio ogni volta che lo si apre o lo si chiude. Scomodo.
AL VOLANTE
L’impostazione turistica e rilassata dell’auto si riflette inevitabilmente anche nel motore, che dà il meglio di sé nelle lunghe tratte autostradali a velocità costante. A 130 km/h i quattro cilindri del duemila turbodiesel girano placidi a 2.200 giri, e il rumore si fa appena sentire in abitacolo. A quella velocità il consumo si attesta intorno ai 6/6,5 litri per 100 km (tra i 15 e i 16 km con un litro). In tangenziale, a 90 km/h fissi, il motore gira a 1.600 giri, e il consumo non supera mai i 4 l/100 km (25 km con un litro). In città il consumo sale, ma neanche troppo, assestandosi su un più che onesto valore medio di 12/13 km/litro. Se il portafoglio ringrazia, le velleità sportive di chi guida trovano invece meno gratificazione: nonostante il cambio automatico a doppia frizione sia veloce e mai brusco nei passaggi di marcia, non è altrettanto reattivo quando affondo repentinamente il pedale del gas e questo si traduce in una ripresa poco immediata (complici anche le quasi due tonnellate di peso). Un fattore da tenere in considerazione prima di un sorpasso. Il che non ha nulla a che vedere con il tiro del motore, sempre intenso vista la generosa coppia massima di 400 Nm.
IN TUTTO RELAX Una volta accettato il fatto di non poter chiedere chissà che ai 200 CV della Espace, ho goduto dell’assoluto comfort regalatomi dalla monovolume francese, sia in autostrada che nelle strette vie dei piccoli paesi dell’Umbria, meta del viaggio della nostra prova. A mia memoria (che non è un granché, ma questo è un altro discorso), non mi era mai capitato di scendere dall’auto dopo sei ore di viaggio praticamente ininterrotte, tra statali sconnesse, traffico e lavori, senza avvertire il minimo dolorino alla schiena, o un qualsivoglia cenno di stanchezza. Parte del merito va sicuramente alle ottime sospensioni dinamiche, che svolgono un eccellente lavoro di assorbimento delle buche nonostante le grandi ruote da 20 pollici (uno dei pochi optional dell’auto, 310 euro). La stabilità è buona, specialmente nei lunghi curvoni autostradali, dove si apprezzano le quattro ruote sterzanti del sistema 4Control, che qui, al contrario che in manovra, agiscono in fase con le ruote anteriori, per offrire maggiore compostezza. In generale, però, la Espace preferisce essere accompagnata, piuttosto che indirizzata con manovre brusche. Come i passeggeri, del resto.
VIAGGI SICURI Decisamente ricca la dotazione di aiuti alla guida, dal rilevamento di stanchezza del conducente al cruise control adattivo che gestisce partenze e ripartenze in colonna; insieme al mantenimento della corsia di marcia, consente la guida semi-autonoma di secondo livello in autostrada (optional da 1.010 euro). Il sistema non si attiva con rapidità fulminea, ma una volta partito funziona con grande efficacia.
MYSENSE
La Renault Espace permette di selezionare tre diverse modalità di guida: Sport, Comfort ed Eco. A seconda del driving mode scelto cambiano la risposta del motore e dello sterzo, i regimi di passaggio rapporti del cambio robotizzato, il comportamento delle sospensioni e del climatizzatore, nonché il colore della luce ambientale. La modalità Sport amplifica anche il rumore del motore, portandolo all’interno dell’abitacolo attraverso gli altoparlanti. In base al profilo selezionato cambia anche la grafica del ricco e completo cruscotto digitale, privilegiando informazioni e colori a tema con il driving mode corrente. C’è una quarta modalità di guida, chiamata Mysense, che permette di modificare ogni singolo parametro a piacimento: io, per esempio, dopo diversi tentativi mi sono assestato su una configurazione con consumi ridotti, sospensioni standard e sterzo più sportivo.
Renault Espace Blue dCI 200 EDC Initiale Paris: la rotella per gestire le modalità di guida
VERSIONI E PREZZI
Nell’allestimento Initiale Paris la Renault Espace Blue dCI 200 EDC costa 55.400 euro. Tanti, ma dotazione e allestimenti sono davvero al top. A parità di motore, la Executive costa 5.700 euro meno, fa rinunciare ai sedili in pelle e all’head-up display, ma non al portellone elettrico, al cruise control adattivo e al sistema 4Control per le quattro ruote sterzanti. Lo stesso propulsore, ma con 160 CV, costa tremila euro meno. Trovate il listino completo subito dopo la galleria fotografica.
SCHEDA TECNICA
Motore | Turbodiesel, 1.997 cc |
Potenza max | 200 CV a 3.500 giri |
Coppia max | 400 Nm a 1.750 giri |
Velocità max | 215 km/h |
Cambio | automatico a doppia frizione a 6 rapporti |
Dimensioni | 4,86 x 1,89 x 1,68 m |
Peso | 1.758 kg |
Bagagliaio | da 660 a 2.101 litri (da 247 a 2035 per la versione a 7 posti) |
Consumo medio | 6.2 litri/100 km (16,1 km/litro) |
Prezzo | da 43.700 euro |