Look da GTi, ma sotto il cofano c'è un turbodiesel. Con tanti pro e pochi contro
L'ABITO NON FA IL MONACO Quasi quasi ci cascavo. Un po' per il look, che da hot-hatch lo è davvero: fuori come dentro. Ma anche per il motore, il cui tiro mi sorprende piacevolmente sin dai primi metri. Fortunatamente so ancora riconoscere la voce di un diesel, e fortuna che sotto il cofano di questa Peugeot 208 non c'è il solito turbobenzina spinto delle piccole pepate. Altrimenti, con la settimana che ho in ballo – impegni, trasferte e (poche) gite di piacere- dovrei accendere un mutuo al distributore.
COME POCHE E invece mi diverto senza centellinare i chilometri. Bestia rara, la Peugeot 208 1.6 BlueHDi da 120 cavalli. In un universo di compattine allergiche al diesel – o comunque avare di prestazioni su questo fronte – si lancia con una cavalleria consistente (per la categoria), pareggiata solo dalla cugina DS3 e dalla Fiesta e superata solo dalla Mini. Sceglierla così significa anche avvicinarsi al prezzo (circa 21.000 euro optional esclusi) di quest'ultime, seppur declinate in livelli più bassi di potenza. Anche perché il turbodiesel da 120 cv fa coppia fissa con l'allestimento più sportivo e più caro della Peugeot 208, il GT Line. Che porta cerchi da 17'', scarico cromato, scritte rosse, battitacco e pedaliera in alluminio, volante in pelle traforata e sedili sportivi.
MUSCOLI IN BASSO Il pacchetto, però, è da botte piena e moglie ubriaca: una piccola globetrotter (leggermente) speziata. Con tutti i classici vantaggi del gasolio, a partire da una coppia ai bassi decisa; questa versione del 1.6 BlueHDi inizia a tendere i muscoli già intorno ai 1.700 giri e non molla fino a oltre i 4.000, dando il meglio a cavallo dei 2.000 giri/min., cioè dove serve di più. Fanno 300 Nm in tutto, e non mi sorprende che lo stesso, identico motore si porti in spalla agilmente anche la 5008, che pesa due quintali e mezzo in più.
ME LA GODO Sia chiaro, non c'è la benché minima traccia di cattiveria. Ma con un'erogazione così piena e un assetto reattivo, c'è comunque modo di togliersi qualche sfizio. Complici il volante piccolo, tipico dell'i-Cockpit Peugeot, lo sterzo diretto e le ruote da 17'' con gomma ribassata, i passaggi da un tornante all'altro sono più coinvolgenti. Di contro, la spalla bassa allenta un po' il filtro sullo sconnesso, una costante del mio casa-ufficio.
ASTEMIA Non ci si gasa come su una hot hatch pura, ma guidare è un piacere. E, qui, i conti tornano. Facendo una media tra urbano, extraurbano e autostrada arrivo infatti a 18,5 km con un litro, andando pure con una certa spensieratezza. La Peugeot 208 1.6 BlueHDi da 120 cavalli ha dalla sua una anche marcia in più. Una sesta di riposo, preziosissima nei lunghi trasferimenti a velocità costante. Così, anche quando calca il terreno di SUV e station wagon, la francesina non sfigura. Grazie al motore, che è quello giusto, ma anche grazie a una dotazione di serie adatta a viaggiare, cui non manca il clima bi-zona, il regolatore e il limitatore di velocità, mentre il tetto panoramico (450 euro) e il navigatore (800 euro) sono sempre optional, al pari di sensori e telecamera di retromarcia (490 euro).
SI FA SENTIRE A lungo andare si stempera anche la voce del diesel. Se la brillantezza fa sorgere dubbi, il tono - mai sopra le righe, comunque - ne tradisce senza equivoci le origini. Soprattutto a freddo o in piena accelerazione, dove si prende perfino gusto a chiamarlo in causa, benché la risposta non sia da usignolo. Nessuno è perfetto, nemmeno l'auto tuttofare. Che può essere anche piccola e, soprattutto, tutt'altro che noiosa.