Misure furbe, dotazioni complete, ok anche tecnologie e motore. Cosa manca? L'effetto-wow
MELTING POT Geni francesi e una sana e robusta costituzione tedesca: bel mix la Opel Grandland X, seconda auto (dopo la Crossland X) uscita dall'alleanza tra PSA e la Casa tedesca, sfociata poi in un'acquisizione da parte del gruppo francese. Chi cerca un SUV – ma sarebbe più giusto dire crossover, visto che la trazione integrale non c'è e non ci sarà fino all'arrivo della versione ibrida plug-in – che non sia solo immagine può serenamente servirsi qui: dimensioni, interni, motorizzazioni e prezzi spianano la strada a un acquisto ragionato, a chi preferisce badare al concreto.
COM'E' Sia chiaro: ciò non significa rinunciare a fare una certa figura. Vero, rispetto ad altre concorrenti sembra un po' contenersi; non è troppo grande (448x186x161 cm), nemmeno vistosa, ma ha una certa personalità. Un occhio esperto riconosce la parentela con la Peugeot 3008 (le due auto sono costruite sullo stesso pianale, l'EMP2 d'oltralpe) gli altri no. Il centro stile tedesco l'ha dissimulata con soluzioni stilistiche semplici anche se non così originali, soprattutto nell'interpretazione del frontale e della fanaleria.
LENTA O ROCK Rispetto alla Peugeot 3008 (auto dell'anno 2017), la Opel Grandland appare meno calcata e aggressiva. Qualcuno potrebbe perfino preferirla nel suo “understatement”, parzialmente sconfessato nell'allestimento in prova, il B-Color, che prevede tetto a contrasto e cerchi in lega da 19'' di serie – se proprio e fate una questione d'immagine. Il doppio colore indubbiamente dà slancio.
HA TUTTO MA NON IL GUIZZO Aprendo la portiera, va detto, manca però l'effetto-wow (leggi qui il nostro primo contatto con la Opel Grandland X o guarda il video sul canale YouTube di MotorBox). Non c'è la plancia avveniristica della cugina francese, la strumentazione è analogica, nessuna traccia di lusso (o finto lusso) nelle modanature. Però le plastiche sono montate bene, quelle gommate di buona qualità e l'equipaggiamento è tutto fuorché sparagnino (clicca qui per scoprire quali dotazioni sono di serie su tutti gli allestimenti).
QUANTO COSTA Un effetto amplificato dall'esemplare in prova, che può contare tra gli altri sull'infotainment più completo, sul park assist, sulla telecamera con vista a 360°, sul cruise control (non adattivo, però), sui servizi OnStar, sul mantenitore di corsia, sulla frenata automatica d'emergenza e sui fari a LED di serie. Più tutta una serie di optional, tra cui la ricarica wireless per lo smartphone, il Grip Control (che compensa l'assenza del 4x4 sui fondi più critici) e l'AFL, il controllo adattivo del fascio di luce dei fari nella guida notturna, il portellone automatico che spostano il prezzo da 32.600 euro di listino per questa specifica versione a 35.670, extra inclusi.
COME VA Dopo oltre 500 km percorsi in una settimana, di cui buona parte al buio, proprio l'AFL è la prima tecnologia di cui difficilmente farei a meno. Questione di sicurezza, in primis, ma i fari adattivi aiutano ad arrivare alla meta meno stanchi, così come il sedile guida AGR: avvolgente, mi offre un buon sostegno senza che il cumulo di chilometri affatichi la schiena.
CARICA BENE Viaggiando con un bebè al seguito e tutto il suo armamentario, più le valige e qualche regalo natalizio, lo spazio è contato. Eppure questa crossover è sufficientemente versatile per adattarsi ai carichi straordinari. Il bagagliaio, ad esempio, ha un doppio fondo dove stivare gli oggetti più bassi e piatti e una forma regolare. In generale ha un buon volume di carico per il segmento: da 514 a 1652 litri. Se poi basta muovere il piede per aprire e chiudere il portellone...
MANEGGEVOLE Non passerei alla misura superiore, se non per stretta necessità di carico. E' una dimensione, quella della Grandland X, cui ci si abitua in fretta scendendo da un'auto più piccola: perfino rilassante se fino a ieri guidavate un SUV più grosso o una wagon più lunga. Molto fanno le tecnologie di assistenza, è vero, ma il controllo in manovra è agevole a prescindere. Complice uno sterzo molto servoassistito, che però aiuta a impostare traiettorie precise nei curvoni e si fa più pronto agli angoli stretti.
SUL CONFORT E' più difficile familiarizzare con i comandi al volante, soprattutto quando ci sono tante funzioni da gestire. Superato un minimo apprendistato, la Grandland X diventa un'ottima compagna di viaggio: sofficemente ammortizzata, ma per questo anche incline al rollio, silenziosa e abbastanza organizzata da trovare una casa a tutti gli oggetti, anche i più piccoli, che una famiglia deve portarsi dietro. Può essere l'auto di tutti i giorni come quella vacanziera.
IL MOTORE Nelle vesti di factotum, va da sé, meglio diesel. Il 1.6 da 120 e 300 Nm di provenienza Peugeot è una garanzia per prestazioni – superato un istante di esitazione la coppia è subito lì, a prodigarsi – sia per i consumi, che mi hanno garantito percorrenze intorno ai 15 km/l in autostrada e ai 13 km/l nel ciclo urbano, dando retta al computer di bordo. I rapporti del cambio manuale a 6 marce sono piuttosto lunghi, e anche grazie a questo la voce del turbodiesel non si fa sentire troppo. Ma quando scalo gli innesti sono piuttosto gommosi. Sì, spenderei 1.500 euro in più per passare all'automatico.