La Mini hatchback ha sempre tanto stile, ma è meno frivola. Ecco cosa cambia (e cosa no) dopo l'ultimo restyling
LIEVITAZIONE NATURALE Più la guardo più mi convinco che la Mini sia l'unica auto che ha ancora senso prendere a tre porte. L'archetipo è talmente perfetto, per equilibrio di linee e proporzioni, da vincere sull'evoluzione; e cioè l'inevitabile allungamento (ora arriva a 3,87 di lunghezza), l'ispessimento della carrozzeria (per imbottirla di sicurezza) e altre mutazioni fisiologiche. Il design è impeccabile, come sempre.
SPICE GIRL A ciò si aggiunge il restyling, fresco di qualche mese, che a essere sinceri incide poco. Potremmo ridurre il tutto ai fari posteriori con la grafica Union Jack, motivo che torna sulla modanatura della plancia lato passeggero: la Mini è fedele alla Regina e ci tiene a ribadirlo chiaro e tondo, insomma.
ÀLA PAGE Rinunciando ai Led si possono avere anche luci di coda più normali. Il bello, però, è che una Mini te la puoi fare sempre un po' come ti pare, grazie all'ampia gamma di pacchetti di personalizzazione. Sarò banale ma apprezzo la base classica di questo esemplare in prova: una scintillante carrozzeria british green, che non passa mai di moda. Il resto lo fa il vestito, sportivo ma non tamarro, di questo esemplare. Adatto anche ai locali più chic.
Mini 2018: il restyling e la prova su strada
DISCO FEVER Le luci hanno un ruolo chiave anche negli interni: guidando in notturna si accende una piccola discoteca sul cruscotto, tra gli effetti arcobaleno del multimedia e gli effetti luminosi delle modanature. Lì per lì l'effetto è un po' kitsch, ma alla lunga l'ho apprezzato: mette di buon umore. Seduto nell'abitacolo della Mini percepisco una sensazione di ben fatto, di qualità dei materiali, delle finiture e dei montaggi finalmente in linea col prezzo premium (per una Cooper D a partire da 24.000 euro). E' qui che l'ultima generazione dell'inglesina (già prima del restyling) ha fatto un salto rispetto alle precedenti edizioni.
EXTRA SLIM Se in prima fila la vita è “loca”, in seconda la vita è grama. Dietro, spazio per le gambe ce n'è ancora pochino e il macchinoso saliscendi (senza le due porte in più) potrebbe portare i passeggeri più assidui dal chiropratico, a lungo andare. Se si parla di bagagliaio, poi, riempiendolo con la spesa non si fa granché scorta. Ma tutto questo è arcinoto, per la Mini hatchback. E se è un problema insormontabile, avete chiaramente sbagliato auto.
COME VA Se invece vi piace guidare, siete al posto giusto. La Mini non è più leggera come una volta, ma è ancora piacevolissima da strapazzare. Meno nervosa, più composta nelle reazioni: il che permette di attraversare strade butterate senza agitarsi, continuando però a godersi go-kart-feeling. Nonostante si sia ammorbidita, infatti, la compattina continua ad avere un filo piuttosto diretto con lo sterzo. Che ha sempre il giusto carico ed è sensibile.
Mini 2018, gli interni
SELF CONTROL Allo stesso tempo è un'auto più matura, e lo ribadiscono gli equipaggiamenti: non più solo frivolezze per impressionare gli amici del bar ma anche tante tecnologie di aiuto alla guida. Ho apprezzato, ad esempio, l'head up display: utile a tenere sotto controllo i limiti di velocità ma anche il funzionamento del cruise control adattivo. Quest'ultimo, a mio parere, uno dei migliori. Sia per come “spazia” i diversi livelli di distanza da mantenere dal veicolo che ci precede, sia per come riprende velocità quando la Mini ha campo libero. Rivelandosi altrettanto pronto, mentre si marcia in colonna, quando l'imbecille di turno mi dimezza di colpo la distanza di sicurezza, spostandosi da una corsia all'altra senza mettere la freccia.
MOTORE E CONSUMI Questo per dire che la Mini, oggigiorno, è un'auto attrezzata anche per macinare chilometri. Tant'è che molti ministi sognano una Cooper S ma poi finiscono col sposare una Mini Cooper D, come questa. Meno frizzante, di sicuro, ma comunque brillante, con un tre cilindri diesel bello pieno sotto, sempre pronto a riprendere con vigore. 116 cavalli non sono moltissimi ma sono molto sfruttabili: insieme ai 270 Nm di coppia, si fanno vivi quando serve. Senza che il frullare di questo diesel diventi fastidioso e che i consumi superino la soglia di guardia, per una media 6,5 litri per 100 km a fine test drive.
UPGRADE Il cambio è una novità dell'ultimo restyling: un doppia frizione a 7 rapporti, optional da 1.750 euro. Soldi ben spesi, anche se l'assenza dei paddles al volante grida vendetta. E induce a farsi tentare dalla Cooper SD, che oltre alle palette ha il cambio Steptronic a 8 rapporti di serie.