McLaren 570S: un weekend per provarla, con un viaggio epico da Milano fino a Montecarlo
MIA PER UN WEEKEND La missione è semplice: ritirare una McLaren 570S a Milano il venerdì e portarla a Montecarlo entro domenica. A questo punto, qualsiasi azione che non sia baciarsi i gomiti dalla gioia dovrebbe essere repressa con vergogna.
E TI PAREVA Ma voi potete capirmi se vi dico che la pioggia che batte incessante sul parabrezza può ragionevolmente rovinarmi la festa: con un V8 3.8 biturbo da 570 cavalli che mi copre le spalle - lo 0-100 viene archiviato in 3,2 secondi - l'idea di percorrere la distanza che mi separa dal concessionario McLaren al Principato sotto l'acqua un po' mi spaventa.
TURINI E ROUTE NAPOLEON Pazienza, mi dico, nella vita c'è di peggio. Per pudore, scelgo la 570S con le Pzero... normali: le Corsa, quasi semislick, mi paiono francamente troppo per il percorso che ho scelto. Dopo la prima notte nei dintorni di Ventimiglia, la mia tabella di marcia prevede Sospel, il tortuoso Turini per poi piegare a ovest in direzione Castellane, godermi un'ottantina di km di Route Napoleon fino al lungomare di Cannes e, da lì, tirar dritto per Montecarlo.
VISITINA Prima di puntare verso il mare, però, faccio un veloce pit-stop al Circuito Tazio Nuvolari di Cervesina, dove Emanuele, Marco e Massimo stanno mettendo a confronto tre belve (vedrete tutto tra poco su MotorBox). Purtroppo, però, non posso girare – se solo metto le ruote in pista spuntano cecchini tra i cordoli e si aziona il seggiolino eiettabile, mi hanno intimato in McLaren – così sfrutto la situazione per scattare qualche foto statica ed osservare più da vicino la mia 570S.
ESOTICA Le forme generose e le porte che si aprono verso l'alto rendono la 570S esotica dal punto di vista estetico. Ma è sottopelle che questa McLaren esprime tutto il suo potenziale: il telaio monoscocca in carbonio, ad esempio, pesa soltanto 75 kg. Tutta l'auto pesa (a secco) 1.313 kg, con ripartizione pari a 42/58. Le sospensioni sono a doppio braccio oscillante, gli ammortizzatori sono adattivi – regolabili su tre tarature – e i dischi freno, su questa versione, sono in materiale carboceramico.
VENA PRATICA Ma il fatto che sia una supercar non significa che la 570S renda le cose (troppo) difficili nella vita quotidiana: d'altra parte, il primo mercato per le McLaren Sport Series è quello americano. L'unica eccezione riguarda l'ingresso – pardon, la discesa – in abitacolo: nonostante la monoscocca sia stata limata sui fianchi, ci vuole un fisico piuttosto agile per accomodarsi. All'interno, non c'è traccia di materiali economici o finiture approssimative. Bene così.
INIZIA IL VIAGGIO Imboccata la A7 in direzione Genova, non posso fare a meno di notare che questa McLaren, a velocità codice, non scalpita. Anzi, cruise inserito e radio accesa, mi rendo conto che potrei essere su una qualsiasi berlina ipervitaminizzata: il motore non rumoreggia, così come l'aerodinamica. Arrivo a Ventimiglia che sono fresco come una rosa, o quasi. Non solo: alla sonnolenta andatura di 130-140 km/h, il computer di bordo recita un consumo di circa 10 km/l.
ACQUA DAPPERTUTTO L'indomani un timido sole fa capolino sul mare. E' fatta – mi dico – vai che oggi me la godo. E invece, inerpicandomi su per Airole, verso il confine con la Francia, mi scontro con la dura realtà: l'asfalto è ancora inzuppato e, quel che è peggio, gli fa compagnia un bello strato di foglie. Sfruttare la 570S così è davvero dura: le informazioni che arrivano su sterzo e fondoschiena sono distaccate, senza poesia.
AH, IL TURINI! Lo so, queste sono strade da 208 GTI o Mini Cooper S, per dirne due. Ma passare in zona senza fare un pellegrinaggio al Col de Turini, teatro delle sfide più epiche del mondiale Rally, mi pareva un sacrilegio. Per fortuna, dopo il Passo le cose migliorano: l'asfalto si pulisce, si allarga e posso provare ad osare un po'.
TERRORE Quando il contagiri oltrepassa quota 5.000 si entra letteralmente nell'iperspazio, con i due turbo che sparano senza filtri i 600 Nm sulle ruote posteriori. In un attimo siete catapultati a velocità che non credereste possibili sulla pubblica via, con gli occhi che schizzano fuori dalle orbite e un leggero fremito sotto il sedile: è il sano terrore di conoscere troppo da vicino il muro di pietra dritto davanti a voi. Tranqulli: a quel punto potete serenamente attaccarvi ai freni, che vanno scaldati a dovere e offrono una modulabilità (e un peso) da Formula 1.
ROUTE NAPOLEON La Route Napoleon, con i suoi curvoni e il suo asfalto che non sfigurerebbe all'autodromo di Monza, mi permette di osare ancora di più. Ecco: se ha un difetto, la 570S, è che per apprezzarla devi spremerla, alzare tremendamente la posta in gioco. Solo così, lanciandola a briglia sciolta, ti accorgi del flusso di informazioni continuo del telaio, dall'inizio alla fine della curva, di quanto può dare il V8 nella zona alta del contagiri, della velocità del cambio a doppia frizione. Spettacolo!
LIMITI ELEVATISSIMI Lo sterzo, che sembrava inerte alle basse velocità, diventa improvvisamente vivo. Avantreno e retrotreno si parlano senza incertezze, nella stessa lingua, quella delle supercar. Posso disaccoppiare la regolazione delle sospensioni, tenedole morbide, e sfruttare la mappatura più spinta per il motore: i tre manettini sul tunnel fanno molto F1 e servono davvero, modificando l'anima della 570S. Il rollio sta a zero, la cassa si muove pochissimo. Il sottosterzo? Non contemplato nel vocabolario di questa McLaren, che aggredisce le curve con feroce compostezza. Una macchina da corsa targata. E l'elettronica agisce in sordina, facendovi sentire (quasi) piloti.
NEL MIRINO LA PORSCHE Con 190.000 euro e spiccioli (optional esclusi) la McLaren 570S mette nel mirino la Porsche 911 Turbo S, che ha 570 cavalli e costa 209.308 euro, ma pure la trazione integrale e quattro posti. E restituisce sensazioni più analogiche e dirette su strada – come farebbero anche le sorelle 911 R o una GT3 RS, pur se meno potenti. Anche andando (relativamente) piano. Godersi fino in fondo le possibilità e le raffinatezze tecniche della McLaren su strada, invece, è praticamente impossibile. Ci vuole un circuito, e pure bello veloce.
RITORNO ALLA REALTA' Arrivato nel lussureggiante Principato, dove le supercar sono arredo urbano, è incredibile il fascino che suscita la “mia” McLaren. Ad ogni semaforo ricevo cenni di approvazione, commenti coloriti e sono oggetto di continue riprese con il cellulare: incredibile. Faccio un giro nel circuito cittadino, mi sento come un pilota di F1. Montecarlo, la night life, le ragazze... Domenica mattina la sveglia suona presto. Mi ritrovo ad una deserta stazione di Monaco per salire sul treno che deve riportarmi a casa. Prossima fermata, vita reale.