Le collaborazioni fra Case automobilistiche e personaggi dello spettacolo, della moda o dello sport sembrano essere l’ultima frontiera della comunicazione tra mondo automotive e pubblico (o clienti). L’ultima in ordine di tempo si è materializzata in redazione sottoforma di Maserati Ghibli Hybrid Fragment. Una versione speciale della berlina italiana, che non ha lasciato indifferente nessuno a Motorbox, compreso il sottoscritto che l’ha provata. E, a maggior ragione, oltre allo stile e alle caratteristiche estetiche che definiscono la macchina, analizzeremo come al solito tutto, ma proprio tutto di questa Limited Edition del Tridente, ma andiamo con ordine.
- Un look unico
- L’abitacolo raffinato
- Il sistema multimediale
- Piacere di guida senza filtri
- Gli ADAS e il prezzo
- La scheda tecnica
DESIGN CLASSICO E SFUMATURE ORIGINALI
In effetti, il primo impatto non è stato dei più positivi. Nell’allestimento Fragment che, per inciso, è stato svelato nel 2021 - ma poi ne parleremo - si può scegliere fra due tonalità della carrozzeria: bianca con paraurti e parte bassa delle fiancate in nero opaco (da qui il nome Operabianca), oppure nero lucido abbinato allo stesso nero opaco della zona inferiore (Operanera). Ecco, la “nostra” Ghibli è bianca e nera e, lo ammetto, non mi ha entusiasmato immediatamente, anzi. Credo che una berlina di rappresentanza, per di più con un marchio storico sul cofano, come questa Maserati meriti ben altre sfumature, ma tant’è… che alla fine ci ho fatto l’occhio e questo azzardo cromatico l’ho digerito molto meglio. Per il resto, la Ghibli rimane fedele a sé stessa, con una linea sempre affascinante. Le grandi berline premium si evolvono in look spesso molto sofisticati, al limite dell’eccesso, invece lei, con le sue linee morbide, il cofano così lungo e la coda raccolta sembra quasi senza tempo. Non mi soffermo sui dettagli più moderni come i fari a LED, sono sotto gli occhi di tutti, ma questi particolari più attuali contribuiscono a ringiovanirle il look senza trascendere nel “barocco”.
LUSSO ARISTOCRATICO
Per il resto, l’abitacolo replica quanto già conosciuto con spazio a bordo giusto per quattro persone. Davanti si sta davvero comodi con questa sensazione di eleganza innata che circonda i passeggeri. La plancia è imponente, rivestita in materiale pregiato e con cuciture a contrasto. I sedili a regolazione elettrica e riscaldabili sostengono bene, le finiture sono al top. Però si percepisce un non so che di agée. Mi spiego meglio. Non c’è spazio per una vera critica, tuttavia alcuni elementi sono sembrati figli di un lusso vecchia maniera, quasi d’altri tempi. Prendete il grande volante, i profili cromati, il quadro strumenti analogico (con il piccolo display al centro), i tantissimi pulsanti che comandano i servizi di bordo sparsi sulla consolle, o il piccolo tetto apribile che impallidisce rispetto ai mega vetri panoramici di oggi. Insomma, un insieme di elementi che restituisce una sensazione positiva per qualità e solidità, ma che evidenzia un’anzianità di progetto che risale al 2013. Soprattutto se al cospetto di abitacoli ben più moderni come quello di un’altra ammiraglia tipo laBMW 750e, che abbiamo provato recentemente. Ecco, due esempi di lusso interpretati in modo differente come il classico dell’italiana e il tech della tedesca. Quindi, poche critiche alla Ghibli (a parte i pulsanti per gestire la radio, di chiara derivazione Fiat), ma bisogna dare la giusta interpretazione al concetto di premium a bordo dell’auto.
COMANDI FISICI SIGNIFICA MENO DISTRAZIONI
Al contrario, il fatto di poter “toccare” con mano praticamente tutti i comandi secondari, rende più amichevole la gestione del clima, della radio o dei setup di guida. Ma non manca una certa dose di tecnologia digitale, qui rappresentata dal touchscreen da 10,1” del sistema infotainment. Il software non può competere con quelli di ultimissima generazione (appannaggio delle rivali tedesche), quindi niente realtà aumentata o risoluzioni grafiche in… millemila K, ma una gestione facile e intuitiva dei viaggi, dell’auto e di tutti i servizi connessi al web. Non mancano le applicazioni, i comandi vocali e nemmeno Apple CarPlay e Android Auto wireless. Insomma, lato digital la Ghibli non si fa mancare nulla, pur senza i fuochi d’artificio di altre berline top di gamma.
GUIDARLA È SEMPRE UN PIACERE
Invece, al volante ho ritrovato quelle sensazioni vecchia maniera di quando, giovincello, muovevo i primi passi nella guida. Ho detto che la corona ha un diametro XL e questo non aiuta, però lo sterzo èabbastanza preciso, leggero a bassa velocità e più sostenuto quando si aumenta il ritmo. Non è svelta fra le curve questa Ghibli, perlomeno non come le berline sportive più moderne. Però è sincera e questo mi piace. Butti l’occhio, qualche grado di sterzo e il muso si mette lì dove hai guardato un attimo prima. Non importa se impiega mezzo secondo in più (si fa per dire…), perché poi sta lì, piantata in traiettoria come un macigno. Il passo di tre metri e la trazione posteriore con differenziale autobloccante e la generosa impronta a terra delle gomme da 20” danno equilibrio a una massa di oltre 1.800 kg, che causa una certa inerzia nei cambi di direzione, ma sempre ben controllata. Insomma, si va sul sicuro con questa Ghibli Hybrid anche solleticando l’acceleratore.
ADAS QUASI AL TOP, MA C’È CHI FA MEGLIO
Bene, ma non benissimo la dotazione di ADAS. Anche qui si percepisce un po’ l’anzianità di progetto. La Ghibli Hybrid di questa prova ha tutto di serie con gli assistenti alla guida completati dal pacchetto Driver Assistance Plus per sfiorare il livello 2 della guida semiautonoma. Troviamo fra gli altri il cruise control adattivo, il mantenitore di corsia, la frenata automatica di emergenza, ma non c’è il monitoraggio dell’angolo cieco. Lato prezzo, non c’è nulla da aggiungere ai 110.000 euro del listino che risale a quando è stata presentata questa edizione limitata Fragment. Ora non è più disponibile, ma fate conto che oggi si parte da 105.900 euro per la 2.0 Hybrid GT Ultima, che non ha una dotazione di serie così ricca.
LA SCHEDA TECNICA
Motore | 1.998 cc, 4 cilindri, benzina, turbo, mild-hybrid |
Potenza massima | 330 CV |
Coppia massima | 450 Nm |
Velocità max | 255 km/h |
0-100 km/h | 5,7 secondi |
Cambio | Automatico a 8 rapporti |
Trazione | Posteriore |
Dimensioni | 4,97 x 1,95 x 1,46 m |
Bagagliaio | 500/990 litri |
Peso | 1.878 kg |
Prezzo | Da 110.000 euro (modello fuori produzione) |
Allestimento | CV / Kw | Prezzo |
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Ghibli 330 CV MHEV GT Ultima | 330 / 243 | 105.900 € |
Ghibli V6 430 CV AWD Modena Ultima | 430 / 316 | 146.000 € |
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Scheda, prezzi e dotazioni Maserati Ghibli