Una settimana con la Jeep Grand Cherokee Trailhawk 2019: le opinioni dopo la prova su strada del SUV dalla doppia anima
SEMPRE PIÙ IN ALTO “Papà, è un Monster Truck?”, mi chiede mia figlia di 9 anni quando le dico che sono tornato a casa con la Jeep più grande di tutte... Certamente la Jeep Grand Cherokee Trailhawk non è un mostro fatto per passare sopra le altre auto, ma in effetti, guidandola nel traffico per tornare a casa dalla redazione, guardo tutti dall'alto in basso: piccoli e lontani. Mi sento un po' il marchese del Grillo: “Io so' io e voi non siete un...”, ci siamo capiti.
GRINTOSA ED ELEGANTE Le dimensioni, insomma, contano. Con 4,82 metri di lunghezza e 1,80 di altezza la Jeep trasmette un'immagine grande e potente, sottolineata dalla finitura bicolore dell'allestimento Trailhawk: di un bel verde brillante metallizzato con ampie decorazioni nero opaco sul cofano. Look grintoso, che contrasta con gli interni. A bordo respiro infatti un'atmosfera diversa, fatta di sobrietà e buon gusto. Il concetto ispiratore sembra essere il lusso della semplicità: giusto il mix tra attenzione al dettaglio e scelte minimaliste. Giusto l'equilibrio tra tasti, pomelli e comandi virtuali, accessibili dal display touch da 8,4 pollici – nitido e reattivo – al centro della plancia.
FATTA A MODO SUO Il design degli interni è pulito e ordinato, ma certo non freddo, con il contributo del fascione in (finto) legno scuro che attraversa l'abitacolo da parte a parte. Il rigore o la sportività, per non parlare del lusso barocco ostentati da altre marche, sono lontani. Molti comandi, va detto, non sono dove me li aspetto. Il freno a mano, per esempio, è a pedale: un po' anacronistico rispetto al comando elettrico oggi tanto di moda, ma rispecchia in pieno la solida e affidabile tradizione americana.
Jeep Grand Cherokee Trailhawk: i comandi del posto guida
DOVE SONO I COMANDI Mi sorprende non trovare il comando dei tergicristalli sulla destra del volante: qui l'unico satellite (astina di comando) è a sinistra, e accorpa tergi e indicatori di direzione. Una soluzione a cui mi devo abituare. Del resto, la disposizione originale dei comandi sembra essere un tratto distintivo di questa Jeep, visto che anche il pulsante per la chiusura del portellone posteriore non è sulla battuta dello stesso, ma dentro al bagagliaio, sul lato sinistro, piuttosto in alto.
CONTROLLO QUALITÀ Bene le finiture: mi piace la plancia morbidona al tatto. Le plastiche della parte bassa del cruscotto trasmettono una sensazione di solida qualità. I montaggi sono generalmente curati e i sedili con la seduta in scamosciato sono comodi e poco ingombranti: a tutto vantaggio dell'eccellente abitabilità interna. Una piccola caduta di stile sono i bulloni a vista che fissano le protezioni laterali alla scocca, ma il dettaglio ha un suo perché e non potrei escludere che i designer li abbiano lasciati a bella posta, per dare alla Grand Cherokee un look più macho.
STRUMENTAZIONE AD HOC Non mancano tutti quei servizi e quelle dotazioni di bordo che mi aspetto da un'ammiraglia, come i sedili riscaldati e ventilati, per esaltare il comfort tanto nella stagione fredda quanto in quella calda. Nei menu del touchscreen a centro plancia trovo anche le Off-road pages con funzioni specifiche per l'uso in fuoristrada: dai clinometri digitali, per vedere l'entità delle pendenze che affronto, ai vari settaggi dell'assetto e dello sterzo. La voglia di lanciarmi nel fuoristrada estremo è forte, specie perché se guardo fuori dal finestrino mi ritrovo imbottigliato nel classico ingorgo di piazza Bologna...
Jeep Grand Cherokee Trailhawk: il touch screen a centro plancia
DOTAZIONE SPECIFICA Del resto la Grand Cherokee Trailhawk, come tutte le altre Trailhawk della gamma Jeep, è quella meglio attrezzata per il fuoristrada. Ha di serie la trazione integrale Quadra Drive II – la più evoluta disponibile nella banca organi Jeep – e le sospensioni pneumatiche Quadra Lift, capaci di variare l'altezza da terra secondo le necessità: minore su asfalto, maggiore in offroad. Non mancano, sempre di serie, il differenziale posteriore a slittamento limitato ELSD, protezioni sottoscocca per i percorsi più insidiosi e gomme rinforzate dalla spalla alta, montate su cerchi da 18”.
AL VOLANTE Fatta per i terreni più impervi, la Grand Cherokee Trailhawk è però molto piacevole anche nella guida normale, quella fatta di percorsi casa-ufficio con, al più, la sosta per accompagnare i bambini a scuola. Sempre vellutata, con un'assetto che ti fa sentire su una sorta di tappeto volante, la Jeep mette sul piatto un generoso motore turbodiesel 3.0 V6 da 250 CV, che sviluppa 570 Nm di coppia a 2.000 giri ed è abbinato a un cambio automatico a 8 rapporti (munito di ridotte) dai passaggi di marcia puntuali e fluidi. Buona la silenziosità dell'abitacolo, nonostante il motore, a freddo, abbia toni piuttosto riconoscibili. Leggero lo sterzo, non molto diretto, ma preciso: adeguato al tipo d'auto.
GIULIA E STELVIO STYLE Mi piacciono molto i comandi al volante per adoperare il cambio automatico in modalità sequenziale. Sono molto piccoli, è vero: sporgono sopra le razze di circa un pollice (in ossequio alla macchina americana uso misure americane), ma sono in metallo e trasmettono suggestioni ben diverse dagli interruttori in plastica di certe concorrenti. Nell'uso, offrono un feeling molto meccanico, che ricorda quello pregevolissimo delle Alfa Romeo Giulia e Stelvio, mai abbastanza celebrato.
Jeep Grand Cherokee Trailhawk: dietro al volante il comando del cambio
AIUTI ALLA GUIDA A proposito di feeling devo dire che, superato l'imbarazzo iniziale del guardare il mondo dall'alto, la facilità di guida è notevole. In poco tempo mi muovo nel traffico senza difficoltà, con buona percezione dei miei ingombri e poca fatica, grazie al volante leggero e al grande comfort. Dove non arriva l'occhio arrivano i sensori e i dispositivi di aiuto alla guida ADAS, tra cui la frenata automatica di emergenza che funziona anche in retromarcia e mi aiuta a non... accorciare la Jeep contro ostacoli insidiosi. Tra l'altro gli allarmi dei sensori di parcheggio sono molto chiari: tanto da sovrastare nettamente sia la musica della radio sia le parole delle telefonate in vivavoce. Impossibile ignorarli.
LO START & STOP In città apprezzo anche la prontezza del sistema start & stop a riavviare l'auto dopo le pause: non ti dà mai la sensazione di rimanere piantato in balia degli eventi. Forse si potrebbe anticipare un pochino lo spegnimento del motore – come fanno quelli del gruppo Volkswagen, per esempio – per ottimizzare ulteriormente i consumi. Chissà...
QUANTO BEVE IN CITTÀ I consumi? Dopo il primo rientro a casa dall'ufficio, con traffico scorrevole, il computer di bordo registra 10,5 l/100 km nel mio percorso dal centro di Milano a San Donato Milanese. I giorni successivi, con traffico ben più congestionato, la media si stabilizza sui 14,2 l/100 km, per poi sfiorare i 16 l/100 km in una giornata particolarmente sfortunata. Ma arriva il week end, in cui ho pianificato una castagnata con tutta la famiglia, cane compreso. Le vasche in plastica che rivestono gli interni della mia Trailhawk sono l'ideale per salire a bordo con scarpe e zampe infangate, con la sicurezza di poter lavare tutto in cinque minuti una volta a casa. E con un vano di carico che va da 495 a 1.609 litri di capacità, hai voglia a raccoglierne di castagne!
Jeep Grand Cherokee Trailhawk: il bagagliaio
I CONSUMI REALI Sfortuna vuole che la domenica mattina piova e da una catastrofica spedizione nei boschi passo al piano B: epica grigliata sul balcone di casa, previo giro delle cascine dei dintorni per procurarmi la materia prima. È l'occasione per verificare i consumi della Trailhawk nella guida extraurbana e in autostrada. In tangenziale, ai 90 km/h di legge, il computer di bordo indica 7,5 l/100 km, che diventano 9 l/100 km ai 130 km/h autostradali. La media dei giorni precedenti comincia inesorabilmente a scendere. Vi risparmio i dettagli del mio barbecue, ma sappiate che il lunedì mattina, lasciata la Grand Cherokee in redazione, il computer di bordo indica un consumo medio di 11,4 l/100 km, calcolato su una settimana di utilizzo: non male, visto quanto ha pesato il casa-ufficio nell'ora di punta.
ACCESSORI E PREZZI Nel corso della prova ho avuto anche occasione di cimentarmi in un breve tratto fuoristrada: pianeggiante ma insidioso, perché consiste nella strada di servizio di un campo pieno di fango. Qui il controllo elettronico della trazione 4x4 mi permette di muovermi senza impantanarmi, nonostante numerose fermate e ripartenze. Lato dolente sono i costi: un'auto così comoda, spaziosa e versatile, che tra l'altro si guida bene pure nel traffico, ha un prezzo base di 72.500 euro, a cui bisogna aggiungere 1.900 euro di tetto panoramico, 650 euro di protezioni Mopar Rock Rails, 1.150 euro per la vernice verde metallizzato e 1.500 euro per il pacchetto Advanced Safety Technology Group. Totale, 77.700 euro. Che faccio, lascio?