Anche con la coda, l'Audi A4 rimane al top del suo segmento. E nell'abitacolo va persino oltre
PERCHE’ LA CODA Okay, gli italiani preferiscono la Avant. E questo è un dato di fatto. Perciò scegliere l’Audi A4 2015 berlina diventa, innanzitutto, un modo per distinguersi. E’ paradossale, se si pensa che la linea è quella classica delle berline a tre volumi e che, parlando di un’Audi, lo stile esterno tende a essere piuttosto conservativo. Ma va così. Le berline con la coda oggigiorno sono un po’ snobbate, salvo da chi, dell’auto, ne fa una questione di rappresentanza. Eppure sono auto eleganti, confortevoli, che mantengono un’ottima capacità di carico.
ANELLI D’ORO La nuova Audi A4 berlina non si fa notare troppo nel traffico. E’ discreta, predisposta ad invecchiare bene ma forse troppo simile al modello che l’ha preceduta. Aspettate di entrarci, però, e cambierete opinione. Gli interni sono un concentrato di stile e tecnologia che, in questo momento, stacca di un gradino la concorrenza nella vita a bordo. Moderna e high-tech come nessuna, l’Audi A4 berlina, nell’abitacolo, ripaga di ogni singolo centesimo il suo proprietario dei soldi spesi. Mai pochi, per avere i quattro anelli sulla calandra; la versione qui provata costa almeno 41.000 euro, senza contare gli optional, che gonfiano lo scontrino ancora un bel po’.
COINVOLGENTE Non è soltanto la proverbiale qualità teutonica: la plastica che non scricchiola, i montaggi a filo e i bottoncini che paiono ricavati dal pieno. C’è molto di più. In prima fila si respira un’atmosfera da ammiraglia, ma soprattutto si è più coinvolti nella guida. Il Virtual Cockpit da 12’’ ha sul pilota ha l’effetto di un televisore Oled su un bambino affamato di cartoni: lo accendi e ogni volta ti lascia a bocca aperta come fosse la prima. Il fatto di poterlo configurare a piacimento, poi, non è un mero vezzo. Mettendo la navigazione a tutto schermo, ad esempio – con il tachimetro e il contagiri rimpiccioliti ai due lati – seguire la bussola diventa più facile e il rischio di distrarsi diminuisce.
NUOVE TECNOLOGIE, VECCHIE ABITUDINI Ha un che di aeronautico la leva del cambio S-Tronic, dall’impugnatura zigrinata.Subito dietro si staglia il controller del sistema multimediale MMI plus da 8,3 pollici, un pomellone e pochi tasti per governare l’intera auto, dai settaggi del Drive select alla musica, passando per un eventuale collegamento internet (attraverso una Sim). In questo senso l’Audi A4 è proiettata al futuro ma non abbandona del tutto le vecchie abitudini. E per tante funzioni sulla plancia persistono singoli bottoni di comando.
TUTTI AL MARE Gli interni non sono soltanto belli ma anche comodamente abitabili. La nuova piattaforma modulare MLB, rispetto al passato, regala qualche centimetro in più agli ospiti del divanetto posteriore, anche se l’Audi A4 berlina è lunga 473 centimetri e, con simili misure, sarebbe lecito aspettarsi qualcosa in più. Ma tant’è. Il volume di carico del bagagliaio, in compenso, è formato famiglia: 480 litri, ben sfruttabili. Nei limiti in altezza imposti dalla coda, ovviamente…
PICCOLO BUNKER Per affrontare lunghi viaggi, insomma, la A4 ha tutte le carte in regola. Compresa una silenziosità, anche a velocità autostradali, che tiene i passeggeri nell’ovatta e testimonia l’ottimo lavoro fatto a Ingolstadt sull’aerodinamica. Nella guida di tutti i giorni, invece, si apprezza l’equilibrio delle sospensioni, capaci di assecondare un assetto tendente allo sportivo senza prestare il fianco ai colpi bassi di buche e pavé.
LEGGIADRA Che siate dei globetrotter o dei signorotti tutti casa e ufficio, il 2.0 TDI da 190 cavalli si rivela in entrambe i casi, come motore, la scelta vincente. Con i suoi 400 Nm di coppia, disponibili praticamente da subito fino ad arrivare oltre i 3.000 giri, spinge pronto e spinge sempre, invitando ad affondare sul piede destro e ad abbandonare l’aplomb da chauffeur. E ci può stare. Perché la nuova A4, tra l’altro, ha perso qualche chilo (nell’ordine del centinaio abbondante) diventando più piacevole tra le curve, complice un assetto granitico e uno sterzo – non sportivo – ma molto sincero. La sensazione di sicurezza e di controllo che trasmette infonde una certa fiducia, quando il prurito al piede chiama.
GOMITO BASSO Anche il cambio S-Tronic supporta a dovere una guida più pepata, perché lavora in sintonia con i pensieri del pilota tenendo la marcia giusta e, allo stesso tempo, il motore al regime ideale. Il tutto con meccanismi veloci e discreti, che ben si sposano anche a una guida edulcorata, da buon papà di famiglia. In questo caso il duemila TDI mostra la sua seconda faccia, quella di un passista capace di macinare chilometri mantenendo bassa tanto la voce quanto i consumi. In autostrada, i 16 km con un litro sono alla portata di tutti. Usciti dal casello si arriva anche ai 20.