BMW M2 Competition, M4 Competition, M5 Competition, Z4 M40i: in pista contano anche i materiali interni. La nostra prova a Monza
BELLEZZA E FUNZIONE Alcantara spesso è una mera scelta estetica, perché è bello da vedere, perché offre una palette di colori splendidi e perché riesce a vestire con facilità forme anche quasi impossibili. Queste sono le ragioni che me lo hanno fatto preferire quando ho dovuto sostituire il rivestimento del tetto della mia Jeep Wagoneer. Invece la motivazione di scelta di rivestimenti in Alcantara per l’auto, soprattutto quando si parla di volante e sedili, dovrebbe essere innanzitutto funzionale. Perché? Non trovo situazione migliore per spiegarvelo se non al volante di BMW M2 Competition, BMW M4 Competition, BMW M5 Competition e Z4 M40i sul circuito di Monza.
M TEAM Una famiglia di superbombardoni, adatti anche all'uso quotidiano per arrivare in ufficio già di buon animo e tornare a casa la sera dimenticando la stanchezza della giornata e le eventuali seccature del lavoro. Accendete, per esempio, il V8 biturbo della BMW M5 e il cielo si rasserena subito, fedele compagna nel day-by-day, ma pronta a scatenarsi tra i cordoli come le sorelle M al premere sul gas e, ancora di più, al premere di un pulsante.
SERIE 4 AL NAPALM Inizio le mie sessioni in pista con la BMW M4 Competition, 450 cavalli erogati dal suo sei cilindri in linea biturbo, 19 in più rispetto alla BMW M4 da cui si differenzia esteticamente per dettagli neri, a partire dal nome in coda. 1.595 kg e 0-100 in 4” netti. Nel Tempio della Velocità la M4 Competition è sulla carta il miglior compromesso, per dimensioni, potenza e peso, tra prestazioni e velocità in curva per affrontare i velocissimi rettilinei, le chicane e i curvoni di Monza. Per l’occasione dietro ai cerchi monta un impianto frenante carboceramico, così arrivo in fondo al rettilineo a 250 km/h e stacco al cartello dei 200 metri. E potrei staccare almeno un paio di decine di metri più avanti, arrivo preciso a imboccare la strettissima chicane in fondo al rettilineo. È un bel ferro, mi trasmette sempre la percezione di quello che sto facendo, si inserisce facile nelle curve e non mi mette mai in imbarazzo.
SOFT TOUCH La prima caratteristica funzionale dell’Alcantara, la più immediata, quella che si percepisce anche prima di ingranare la prima, è la piacevolezza al tatto. Morbido e vellutato accarezza i palmi delle mani, ma offre una presa forte quando ci si avventura a cannone tra i cordoli. Tiene come il Velcro quando si indossano i guanti ignifughi e, a mani nude, non scivola quando si stringe, specie dopo qualche giro quando si scalda e i palmi si inumidiscono.
M5, A NOI DUE Seconda EMME è una delle mie preferite, la BMW M5, anche questa in versione Competition. È la mia preferita su strada, per peso e dimensioni non è la scelta migliore in pista, anche se sul Monza ENI Circuit si trova a suo agio. È la prima M5 a trazione integrale xDrive, con la possibilità di scegliere tra una modalità stradale, una Sport o una che esclude la trazione anteriore. Parto dai box e il suo V8 da 625 cavalli la spinge fino a 200 km/h in 10 secondi e 8, che è già un buon risultato per molte auto nello 0-100 (che la M5 Competition copre in 3,3”). Affronto le prime curve, fino alle Lesmo, con tutti i settaggi da cumenda e mi sembra un po’ mollacciona, anche se si infila nelle curve con insospettabile leggerezza. Alla Ascari, con i settaggi da pista esco a bomba sul rettilineo e in un attimo arrivo al curvone uscendone veloce, così veloce da arrivare alla staccata della prima variante a 267 km/h, mica male per il primo giro, il record di questi giorni di prova è 275. I carboceramici la frenano bene, e via nella chicane con la berlinona che la affronta serena. Esco in pieno dal curvone che segue a 218: il V8 spinge come i razzi che staccavano da terra lo Shuttle.
TOTAL GRIP La seconda caratteristica che apprezzo dell’Alcantara è il grip. No, non aumenta l'aderenza sull'asfalto nel curvone prima del rettilineo, ma quello dei miei glutei e della schiena al sedile. Non conosco materiale che offra tanto comfort e grip per la tenuta in curva, anche in pista (sì, materiale, non chiamatelo tessuto, o in Alcantara alzano il pelo sulla schiena).
CHE CARATTERINO Ho grandi aspettative dalla Z4 M40i: guardandola di fianco a una berlinona da cinque metri come la M5 è naturale pensarlo. Bassa, corta, larga, vicina all’asfalto con il sei cilindri da 340 cv per 1.535 kg di peso che la porta a 100 da fermi in 4,5”… Ha tutto quanto per comunicare questa impressione. Invece delle M è quella che in pista mi piace meno. Il suo avantreno è molto reattivo e preciso, ma non mi piace il suo sterzo che non mi comunica bene quanto le sorelle quanto le ruota anteriori stanno facendo. Rischio anche di sterzare troppo e di sentire la coda che inizia a voler mettersi di traverso. È questione di feeling: al Nurburgring ha fermato il cronometro a 7 minuti e 55 secondi, non male rispetto ai 7’27” della M4 GTS, vero animale da pista. Forse dovremmo avere più tempo per conoscerci meglio…
DULCIS IN FUNDO Per l’ultimo stint mi rimane la piccola di famiglia, la BMW M2 Competition. Poco più leggera della M4 Competition (che nel suo prezzo può permettersi materiali più leggeri) e con lo stesso motore sei cilindri biturbo della M4, ma con 410 cavalli per 1.575 kg e 0-100 in 4,2”. Venti chilogrammi in meno, ma anche 40 cavalli in meno… Sulla carta vince la M4, in pista, però, vince a mani basse la M2. Forse non nei tempi sul giro e nelle velocità massime, ma è tutto meno ovattato, me ne accorgo appena accendo il motore che sembra girare cattivo da subito dentro la plancia. In velocità si sentono più rumore e più fruscii ma, soprattutto, si sente l’asfalto, si sente la pista. Si sente tutto quello che fa e, se già ero andato a cannone con le altre, la M2 mi invita subito a portarla vicino al limite, a gestire con facilità qualche sovrasterzo di potenza. Da qui non vorrei proprio scendere. Alla staccata in fondo al rettilineo dei box arrivo a 240 km/h ed esco dal curvone dopo la prima variante a 215. È maledettamente veloce e istintiva.
QUESTIONE DI FEELING Avrei voglia di sudarci dentro, alla M2 Competition. E qui avrei l’aiuto di Alcantara e la sua terza caratteristica funzionale, la traspirabilità che, unita al grip, mi fa preferire senza dubbi l’Alcantara alla pelle anche la più pregiata nel rivestimento dei sedili dell’auto. Non è un caso se Case attente alla qualità e alla sportività delle proprie auto come BMW lo hanno scelto e lo offrono di serie o in opzione.