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Prova

Ducati Monster S2R


Avatar di Mario Cornicchia, il 25/11/04

20 anni fa - La Monster di mezzo si fa più bella

Dodici e non sentirli. Quasi un record di longevità per una moto che forse non ha le prestazioni pure di alcune concorrenti più giovani ma mantiene il fascino della capostipite. E con la S2R anche del prezzo d'attacco.

COM'È Un bel disegno, magari originale, è un elisir di lunga vita. Di Monster ce n'è una e l'attuale famiglia delle naked se l'è inventata proprio l'inconfondibile traliccio di Borgo Panigale. Negli anni, Ducati ha saputo poi mantenerla giovane, con sapienti e quasi impercettibili estetici e perfezionamenti continui alla meccanica.


ESSEERRE

Le Monster SR, poi, sono delle Monster a parte. La prima è la S4R, la Monster per chi vuole limare le pedane in pista (anzi perchi non le vuole più limare, visto che le hanno montarte più strette). Ora arriva anche la S2R, la sorellina meno sofisticata ed esasperata nella meccanica, altrettanto fashion nello stile e, dettaglio non da poco, decisamente più abbordabile, venduta a 8.500 euro nella versione Dark e 9.000 nelle altre.

RETRO STYLE

Per diventare più moderna e reggere il passo con concorrenti agguerrite e dalle forme spesso spigolosamente marziane, la Monster S2R ruba qualche dettaglio al passato. Con i due bei silenziatori accoppiati sul lato destro (non è bellissimo però il catalizzatore blob che si espande sotto l'attacco del monobraccio) e con la fascia che corre asimmetrica longitudinalmente su tutta la moto. In alluminio è il manubrio Magura, diritto come quello di una mountain bike.


COLORE SEMPRE VIVO

Dettagli che, uniti ad accostamenti di colore azzeccati, rendono la Monster ancora attuale e con un bel fascino. Gli accostamenti con telaio e cerchi neri, sono i più riusciti e mettono in evidenza le parti calde della Monster, come il giallo acido e il rosso chiaro con la fascia nera e il nero con la fascia rossa. Più corsaiolo ma meno chic il rosso con fascia bianca abbinato a telaio rosso e cerchi bianchi. O il tutto nero della Dark, un grande classico.

MODERN ART

Non manca anche sulla S2R il monobraccio posteriore della sorella maggiore, una vera scultura in alluminio che riprende il motivo a traliccio del telaio con una curva ardita che abbraccia la ruota e un monoammortizzatore regolabile. Un gran bel vedere.


QUESTIONI DI CUORE

Appeso al traliccio del telaio si trova un Desmodue, versione 800cc del classico bicilindrico, raffreddato ad aria e che respira grazie a sole due valvole per cilindro. L'iniezione elettronica provvede ad alimentarne la sete ottanica destinata a produrre 77 cavalli a 9500 giri e una curva di coppia pensata per la fluidità di marcia più che per le prestazioni sul giro.

SE IL GIOCO SI FA MOLLE

Prima di raggiungere il cambio a sei marce, la cavalleria passa attraverso la frizione APTC che diminuisce lo sforzo sulla leva e previene i saltellamenti nelle staccate più violente con relative scalate a raffica.


SCARPE GROSSE

I cerchi in lega Marchesini a cinque razze sono ben dimensionati, oltre che ben disegnati, con il posteriore che, grazie al canale da 5,5 pollici può calzare pneumatici di taglia forte, come il 180/55 montato di serie. Ben dimensionati anche gli steli anteriori, da 43 millimetri di diametro.

FRENI PICCOLI

Rispetto alla sorella maggiore, la S2R monta freni più stradali, con due dischi da 300 millimetri e pinze a doppio pistoncino sulla ruota anteriore e disco da 245 millimetri al posteriore. Meno potenti rispetto a quelli montati dalla S4R, ma più leggeri. Il peso complessivo a secco tocca quota 173 chilogrammi.

COME VA

 Leggera e snella anche nell'aspetto, la Monster non mette in imbarazzo anche chi ha le gambe corte, con un'altezza da terra della sella di 80 centimetri. La sensazione seduti al posto di comando è piacevole, di dominio sulla moto, e anche il motociclista alle prime armi si può sentire subito padrone del mezzo.


A TESTA BASSA

Il manubrio, però, è troppo basso, sbilancia troppo in avanti e il peso del busto si sente troppo sui polsi. Specie per l'uso aperitivo a cui è destinata la Monster, ma anche nel misto dove la velocità non è sufficiente a spingere il busto all'indietro. Anche perché il microcupolino offre una buona protezione, consentendo buone medie autostradali senza doversi aggrappare troppo al manubrio.

COPPIA MODERNA

Frizione e motore formano una bella coppia. Il comando è molto dolce, lo sforzo alla leva è adatto anche a mani femminili e la spinta quasi immediata e progressiva bicilindrico rende quasi impossibile la finta partenza. Spegnere il motore all'avvio è praticamente impossibile. Il rumore è decisamente urbano ma, anche sotto questo aspetto, l'inconfondibile rombo del desmo si è evoluto verso tonalità più appaganti e meno rumorose.


CACCIA AL FOLLE

Il cambio a sei marce è piuttosto facile e veloce nelle cambiate, con una escursione breve del pedale. Difficile trovare il folle da fermo, però, anche cercandolo prima di fermarsi del tutto.

FACILE FACILE

Se dar di speroni al motore è un processo naturale, anche l'arte della piega con la Monster S2R si può mettere in pratica senza troppe difficoltà. Si sentono bene le masse ed è facile contrastarne le forze con il proprio peso, in maniera molto naturale ed istintiva. Del resto le Monster SR sono quelle della famiglia che di pieghe se ne intendono, con pedane più strette e scarichi


alti, e il gioco si fa divertente. Leggera, sportiva ma anche confortevole, con una regolazione delle sospensioni non esasperata, adatta anche al pavè cittadino davanti al bar.

BEN ANCORATA Se ci si lascia prendere la mano dal motore brillante e dalla facilità con cui si piega, a rimediare all'inconveniente c'è una buona frenata, potente e mordace. La prima parte della corsa della leva è meno facile da capire, mentre si modula molto bene la frenata da staccata.


Pubblicato da M.A. Corniche, 25/11/2004
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